0
0
0
s2sdefault

Si è tenuto mercoledì sera presso la sala conferenze dell’episcopio in Piazza Duomo a Lecce, il convegno promosso dal Comitato di postulazione della causa di canonizzazione del Venerabile don Ugo De Blasi e dalla Chiesa di Lecce.

 

 

A ricordarlo con affetto e orgoglio attraverso le loro testimonianze di amicizia e stima, coloro che hanno avuto modo di incontrarlo, conoscerlo e lavorare con lui.

Ad introdurre l’incontro Oronzino Invitto, coordinatore del Comitato di postulazione della causa di canonizzazione del Venerabile Don Ugo De Blasi, seguito dall’arcivescovo Michele Seccia che ha rivolto ai presenti un accorato appello affinché il popolo di Dio non si stanchi di pregare e di chiedere miracoli che, per intercessione di Don Ugo, possano permettere la sua canonizzazione.

“Non vi nascondo - ha detto Seccia - la mia gioia interiore per essere stato il vescovo che ha ricevuto dal Santo Padre per le mani del card. Semeraro, il nostro don Marcello, il decreto che ha stabilito la Venerabilità di don Ugo. Con esso per la nostra Chiesa locale ha avuto inizio un nuovo percorso che, attraverso lo studio della testimonianza che ci ha lasciato don Ugo e la continua preghiera di intercessione che a lui dobbiamo rivolgere, ci deve condurre a seminare atti di santità, sulla scia di quanto questo sacerdote ci ha consegnato. Tocca a me vescovo proseguire ad incentivare la devozione affinché egli interceda presso il Padre perché continui a proteggere e benedire la nostra Chiesa locale, a custodire i nostri sacerdoti nel loro ministero pastorale e perché venga incontro ai bisogni spirituali e materiali dei nostri ammalati, dei nostri giovani, dei poveri e di tutta la nostra gente”.

Il card. Salvatore De Giorgi ha poi raccontato, grazie ai numerosi ricordi personali del Venerabile, suo professore e mentore, i doni preziosi e i carismi con i quali ha testimoniato “tutto quello che il Signore ha fatto attraverso Don Ugo”.

“Sacerdote nell'anima con una grande smania di santità", così lo ha definito Maria Rita Verardo, che ne ha conosciuto la profonda formazione classica con la quale “sapeva guardare oltre, al futuro percependo profondamente l’importanza del Concilio” e la necessità di “aprire all'aria fresca” e di fare dei laici “lievito delle masse”.

La dott.ssa Verardo, che ha voluto anche ricordare l’impegno di Lilia Fiorillo, definita “l'apostolo della santità di Don Ugo”, ha testimoniato del “suo modo di essere sacerdote credibile che portava nello sguardo e nello stile rigoroso sì, ma ricco di una grandissima umanità e delicatezza”. Don Ugo, “mosso dal suo grande amore e dall'esempio di Maria” - ha continuato la dott. Verardo - “aveva intuito come la donna nella Chiesa non poteva rimanere relegata in compiti ancillari”.

A conclusione i contributi di Franco Gustapane e Wojtek Pankiewicz, amico e collega del Venerabile che lo ha dipinto come sacerdote “solenne, ieratico e affabile” aggiungendo: "quando lo fissavi negli occhi avvertivi la sua straordinaria bontà d'animo".  

Un curato d’altri tempi che aveva nel cuore la Chiesa leccese e l'Azione cattolica e che amava rivestirsi della sua missione sacerdotale indossando sempre l’abito talare poiché, come affermava: "per me è una gioia immensa camminare per strada e sentirmi dire: ‘buongiorno padre!’".

 

Photogallery di Arturo Caprioli.

 

 

 

 

Forum Famiglie Puglia