Ritrovarsi insieme per celebrare la festa della Dedicazione della chiesa cattedrale è l’occasione che è data alla comunità diocesana di vivere un oggi che, mentre fa memoria di una storia di fede che la Chiesa di Lecce ha vissuto nei secoli, al contempo apre a una storia di salvezza da costruire insieme come risposta alla vocazione propria della Chiesa: essere sacramento del Cristo Salvatore agli uomini di ogni tempo, agli uomini e alle donne di oggi.
La Dedicazione della cattedrale, oggi, in questo tempo sinodale, colloca la Chiesa di Lecce tra “memoria e profezia”. Celebra quella ricerca e quell’impegno di sinodalità che la diocesi sta vivendo intensamente ormai da tre anni ma che ha le sue radici nel Sinodo degli inizi del terzo millennio passando per il Sinodo dei giovani e che vuole trovare completezza nel Cammino sinodale che insieme si sta percorrendo in questi anni.
È l’opportunità per fare memoria di quella fase narrativa vissuta tutti insieme e nei grandi momenti comunitari e nei tempi non meno importanti, anzi fondamentali, momenti vissuti nelle comunità parrocchiali e negli incontri di Forania, in particolare nei Cantieri di Betania dell’ultimo anno.
Celebrare la Dedicazione della chiesa cattedrale in questo tempo di grazia che è il Sinodo, dunque, non si può ridurre ad un anniversario, a una festa di compleanno. Ma è il rinnovare da parte di tutti l’impegno a vivere la dimensione ecclesiale dell’essere battezzati, dell’essere sposi, dell’essere preti, dell’essere vescovo. Un’ecclesialità che oggi ancora di più diventa sinodalità.
Una sinodalità che non è “camminare insieme” su strade o sentieri pensati proposti da altri. Ma è un impegno di comunione sinergica che vede insieme, vescovo, presbiteri, laici vicini e “lontani”, nella fatica del cercare e trovare insieme il volto e l’identità della Chiesa di Lecce dei prossimi anni.
Ripartire dalla celebrazione di stasera vuol dire impegnarsi a ritrovare la fonte da cui scaturisca in tutti, ma soprattutto in tutti gli organismi di partecipazione ecclesiale, il desiderio e l’impegno a continuare insieme, con rinnovato slancio, con il coraggio e la libertà propria della parresia dei cristiani, quel Cammino sinodale che solo porterà ad essere Chiesa, presenza viva, efficace, sacramento che veramente realizza la prossimità di Gesù all’uomo del terzo millennio.
*delegato arcivescovile per il Cammino sinodale