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Si svolgeranno a Roma due assemblee sinodali nazionali dal 15 al 17 novembre 2024 e dal 31 marzo al 4 aprile 2025, durante le quali saranno preparati uno strumento di lavoro (Instrumentum laboris) prima e le Propositiones dopo, per offrirle al discernimento dei vescovi circa gli orientamenti e le decisioni da assumere sul futuro delle Chiese in Italia.

 

 

Assemblee alle quali parteciperanno le delegazioni sinodali di tutte le diocesi, che hanno contribuito con le loro sintesi di ascolto al lavoro delle assemblee sinodali. Momento importantissimo e decisivo per tutta la Chiesa!

Ma come siamo arrivati a questo?

Il Sinodo che stiamo vivendo, il primo in assoluto che parte dall’ascolto del popolo di Dio per le questioni che riguardano il cammino di fede e non dai vescovi come sempre nel passato, è nato in modo naturale nel 2021 dopo gli altri sinodi nella storia della Chiesa.

Nel 2015 Papa Francesco affermò che: “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”. L’intuizione del Papa armonizza la spinta venuta dal Concilio Vaticano II, con la successiva ampia riflessione sulla Chiesa.

Il Concilio ha spostato la sensibilità dalla Chiesa ‘giuridicamente perfetta’, impostata rigorosamente in modo piramidale e verticistico, al ‘Popolo di Dio’ che cammina nella storia con il suo sensus fidei, la fede nella comunione della Trinità.

Se da un lato la globalizzazione ha fatto emergere maggiormente le differenze tra le culture, per un altro verso all’interno della cultura occidentale si è accentuata un’esaltazione delle singolarità e della appartenenza al locale, che conducono all’individualismo esasperato.

Il risultato di queste tendenze è un appiattimento delle singolarità personali, sono coloro che il Papa e i documenti sinodali chiamano ‘i volti’.

Può la Chiesa essere il luogo nel quale ogni singolarità è rispettata, non ferita, ma esaltata senza che l’unità del genere umano e dell’intero Creato sia distrutta? Senza l’unità nessuna singolarità può sopravvivere, perché cade nella spirale della violenza e della distruzione. Unità, infatti, può anche definirsi: fraternità, concordia, pace.

L’inedito cammino sinodale del terzo millennio ‘dal basso’, ha come obiettivo far maturare la consapevolezza della necessità di un nuovo stile di Chiesa in relazione. Viene chiesto all’uomo di oggi di mettere in relazione la propria spiritualità con i cambiamenti epocali contemporanei.

Che cos’è infatti l’attuale cammino sinodale se non un grande evento spirituale?

Si parla diffusamente dello stile della Chiesa del terzo millennio. Si tratta di un modo di abitare il mondo, che consente di riconoscere la propria identità cristiana, maturando una nuova coscienza sulle realtà del presente. Questo si traduce in pratiche ecclesiali rinnovate, lì dove ci si accorge che quelle che caratterizzano la vita delle comunità cristiane faticano ad essere ancora veicolo di Vangelo, di comunione, di partecipazione e missione.

 

 

 

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