Dopo aver celebrato il mistero dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine non possiamo non contemplare il mistero della Chiesa.
Maria, Chiesa. Ascolto. Maria la donna dell’ascolto; la Chiesa, segno di quell’umanità redenta che oggi “ascolta” quell’antica e perenne domanda dell’Altissimo “Adamo dove sei?”.
Maria ha ascoltato, Maria ha detto il suo sì. Il tutto in un quadro, quello delle poche righe del Vangelo. Ma sono il quadro di una vita.
La Chiesa oggi. Chiamata a vivere la stessa esperienza per poter dare nella vita la medesima risposta. Anche la Chiesa generata per grazia. Anche la chiesa, “vergine” in ascolto. Come Maria.
Maria ha ascoltato Dio, ha generato “ex auditu”; Maria ha ascoltato le voci, le gioie, le attese, le speranze degli uomini e delle donne del suo tempo. Maria ha recepito i tanti tentativi di risposta al bisogno di un nuovo futuro per il popolo eletto.
La Chiesa oggi chiamata a fare la stessa esperienza. E il cammino sinodale della Chiesa Italiana, nella fase profetica che tutti siamo chiamati a vivere, ne è l’occasione propizia. E l’icona dell’Annunciazione, che trova la sua ipostasi, il suo “qui ed ora” per la Chiesa italiana, per la nostra Chiesa di Lecce. Per avere chiaro il cammino e l’impegno che ci attende propongo la lettura e la riflessione dell’articolo di Marco Bernardoni, Sinodo, questione di “stile”, pubblicato ieri su Settimana news (LEGGI).
Chiamati ad essere il punto di incontro per dare carne all’intima unione tra Dio e l’intera famiglia umana: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore...” (GS 1).
Come per Maria la Grazia, la vocazione è dono che richiede la disponibilità della risposta. Della nostra risposta. Il nostro sì a vivere con impegno questa nuova tappa del Cammino Sinodale della Chiesa Italiana. Della nostra Chiesa di Lecce.
