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Quale narrazione ci restituisce la prima assemblea sinodale della diocesi di Lecce?

 

 

Nella serata di ieri nella Chiesa di Sant’Irene, per la prima volta nella storia del sinodo della Chiesa cattolica, clero, laici e consacrati si sono incontrati in gruppi precostituiti per confrontarsi su tematiche scaturite dall’ascolto del popolo di Dio di Lecce nelle precedenti fasi di narrazione, con il fine di dare forma alle future linee pastorali della Chiesa locale.

Il tema emerso dalle fasi precedenti di ascolto è stato: ‘Nuovi linguaggi per comunicare la fede e creare nella Chiesa corresponsabilità e sinodalità’e su questo si sono sviluppate le tracce di analisi e confronto. 

Sono felice di vedere questo’ spettacolo di comunione e fraternità’ - ha esordito il vicario generale mons. Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo coadiutore di Lecce alla vista della Chiesa trasformata in una grande aula sinodale-; c’è bisogno urgente di una comunicazione e di linguaggi rinnovati per intercettare le intelligenze e i cuori delle persone, anche per una motivazione teologico spirituale molto importante: essere fedeli al mistero dell’incarnazione”. Ma “questo richiede un cambio di mentalità, una kenosis, un chinarsi con umiltà all’ascolto dell’altro”. 

Dopo l’introduzione del presule, la presentazione del metodo di lavoro di don Luca Bisconti, momenti di preghiera e riflessione, i lavori hanno preso il via in un clima di grande partecipazione ed entusiasmo per questo evento unico ed esaltante. Sul tema “Comunicazione sociale, cultura e strumenti digitali, arti, linguaggi e social media” , il sensus fidei dei fedeli e il loro intuito spirituale, grazie allo stile della conversazione nello Spirito, hanno potuto dispiegarsi in tavoli di approfondimento, nella raccolta di proposte articolate in “sfide aperte, vie da percorrere e buone pratiche emerse”, per una pastorale che rispecchi le condizioni di possibilità concrete del territorio: “le singole Chiese locali” abbiano “la possibilità di inserire proposte e percorsi specifici, che rispecchino la spiritualità diocesana e il genius loci” (Cei, Lineamenti 29). 

Proposte che giungeranno a Roma per il documento finale sulla nuova pastorale, dopo i prossimi incontri locali del 10 e 17 febbraio nella medesima sede e con i medesimi tavoli, su altre piste di studio per i gruppi. 

Questa è un’esperienza di consapevolezza di come il processo sia più importante dei risultati che si possono raggiungere: lo svelamento di una profezia fondata sulla speranza giubilare di accoglienza, condivisione, ascolto e non giudizio.

Si tratta di un modello di Chiesa come realtà pienamente partecipativa, che porta avanti la sua missione di evangelizzazione promuovendo la crescita integrale di tutti. 

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli

 

 

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