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Si apre oggi la Visita Pastorale nella comunità di Cavallino. In mattinata l’arcivescovo Michele Seccia pregherà al cimitero e visiterà gli ammalati. Infine, incontrerà gli amministratori comunali. Nel pomeriggio, dopo aver benedetto il campo di calcetto dell’oratorio parrocchiale, presiederà l’eucarestia inaugurale in chiesa madre. Al termine parteciperà all’assemblea parrocchiale.

 

 

 

Per conoscere meglio la realtà cittadina e quella parrocchiale abbiamo rivolto tre domande a don Alberto Taurino che mercoledì scorso è stato ospite di “Servi inutili… ma a tempo pieno” (GUARDA), la trasmissione di Radio Portalecce condotta in studio da Antonio Soleti.

 

 

Don Alberto, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in Visita Pastorale a Cavallino?

L’arcivescovo troverà una comunità vivace, ma nello stesso tempo una comunità che ha voglia di mettersi in cammino alla sequela del Signore. Sappiamo quanto sia difficile essere comunità, ma si cerca ogni giorno di annunciare Cristo, il pastore che a cura delle sue pecore. Parliamo di una comunità ricca culturalmente ma parliamo anche a livello parrocchiale di una realtà, che ha tante iniziative pastorali, e che non perde mai l’occasione di annunciare di crescere del suo amore.

 

 

Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di catechesi, liturgia e carità?

I punti di forza sono la gioia di mettersi in cammino, il ritrovarsi insieme intorno all’altare della Parola e dell’Eucaristia, il condividere momenti di fraternità. La catechesi dà forza all’annuncio del Vangelo attraverso testimonianza; la liturgia diventa sempre più un’esperienza ricca di preghiera: la carità è uno sguardo che va oltre il recinto parrocchiale, non il semplice consegnare qualcosa ma, sull’esempio del buon samaritano, il farsi sempre prossimo ai fratelli più bisognosi.

 

 

Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale e quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?

Nell’accogliere l’arcivescovo nella nostra comunità, mi aspetto dalla visita pastorale un momento di grazia, un tempo santo nel quali il pastore si inserisce non in un contesto straordinario, ma in un contesto ordinario della vita feriale e festiva della parrocchia. Non ci sono molti obiettivi da raggiungere, ma la gioia e la consapevolezza di essere una comunità che cammina alla sequela di Cristo.

 

 

 

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