Dopo aver terminato il suo pellegrinaggio nelle tre parrocchie di San Pietro Vernotico, ieri, l’arcivescovo Michele Seccia ha aperto la Visita Pastorale nella comunità di Torchiarolo. Con il parroco, don Gaetano Tornese andiamo a conoscere meglio la sua famiglia parrocchiale.
Don Gaetano, quale realtà sociale e parrocchiale ha trovato l’arcivescovo venendo in visita pastorale a Torchiarolo nella tua comunità?
Socialmente, la comunità di Torchiarolo, e una realtà "impoverita". Dal punto di vista economico era basata sull'agricoltura (vino-olio), settore colpito soprattutto dall'arrivo della xylella. Ad oggi ci sono realtà commerciali che chiudono, ma anche nuove realtà che cercano di portare innovazione sul versante agricolo e delle energie rinnovabili. Negli anni passati, nel paese erano presenti varie piccole industrie tessili, molte attività produttive e commerciali, che in questo periodo hanno chiuso i battenti. Riguardo alle realtà aggregative e associazionistiche, nel territorio sono presenti: Avis, Pro loco, circoli cittadini, centro anziani, centro diurno riabilitativo, ecc...
E la parrocchia?
Riguardo alla parrocchia, ho trovato diversi gruppi di preghiera: Gruppo eucaristico, Apostolato della preghiera, Gruppo Padre Pio, Associazione Santi Patroni, Discepoli e apostoli dello Spirito Santo, Divina Misericordia, Gruppo Medjugorje. Poi in modo particolare nel settore della liturgia: un diacono, il gruppo liturgico, lettori, accoliti, ministri e ministranti. Per il settore della catechesi, si parte da quella dei fanciulli e ragazzi con il catechismo tradizionale e ACR, con incontri settimanali o quindicinali. Poi c'è la catechesi degli adolescenti, ovvero giovanissimi e giovani, con la bella tradizione di “Adoro il lunedì”, nei tempi forti e la catechesi degli adulti. Si aggiunge la catechesi prebattesimale e il cammino dei nubendi. Per il settore della carità, vi è un numeroso gruppo di operatori Caritas parrocchiale, che si occupa dell'ascolto, dell'attenzione alle famiglie bisognose con l'aiuto dei viveri, del vestiario e non solo, in collaborazione con i servizi sociali del comune. Da vari anni vi è il servizio di raccolta del farmaco, grazie alla disponibilità delle farmacie locali e dei beni alimentari nei supermercati e il coinvolgimento dei medici di base e dei pediatri locali.
E poi c’è il nuovo oratorio parrocchiale…
Alla fine di ottobre del 2022, abbiamo inaugurato il nuovo oratorio parrocchiale "Giovanni Paolo II", il quale è stata una scelta importante dal punto di vista pastorale ed umano perché favorisce l'aggregazione di tutte le fasce d'età, promuove laboratori di attività per stimolare interessi, sensibilità è incoraggiare doni, carismi e qualità di chi vi partecipa. Pone attenzione all'inclusione sociale dei ragazzi "a rischio", svolgendo attraverso lo sport ed altre attività, un'opera di prevenzione. Come esperienza di accoglienza, nel nostro paese, abbiamo ospitato, e ancora resta una famiglia, numerosi ucraini, fuggiti via dalla guerra e ad oggi vi sono dei ragazzi, provenienti dall'Africa, accolti e formati dal centro Arci. Si vive una grande esperienza di collaborazione con le istituzioni locali e tra di esse, ovvero comune, scuola e forze dell'ordine.
Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?
Nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità, come punto di forza, vi è il desiderio di formazione da parte dei diversi operatori pastorali. Tra le fragilità si possono evidenziare: le tentazioni di monopolio, che prevalgono sullo spirito di servizio; la difficoltà del continuo lavoro formativo per far crescere i vari gruppi nello spirito di comunione e collaborazione. Altro rischio o tentazione, è la chiusura a stimolare atteggiamenti di apertura per favorire e incoraggiare la partecipazione di tutta la comunità, perché la parrocchia si è sempre più "casa di tutti".
Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale e quali sono gli obbiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?
Abbiamo accolto il pastore perché conosca più da vicino la realtà della nostra comunità. Egli è provvido di consigli, indicazioni e scelte condivise per una ripartenza della nostra comunità a ritrovare "motivazioni forti alla luce del Vangelo ", per riprendere il cammino insieme con rinnovato slancio ed entusiasmo. A breve due punti: innanzitutto un ritorno all'essenziale cioè, una comunità che si pone in un atteggiamento di ascolto sempre più profondo della parola di Dio. Come essenziali obiettivi da raggiungere, sottolineo i punti fermi e solidi della prima comunità di Gerusalemme: assidui, ascoltavano la Parola, pregavano insieme, spezzavano il Pane, condividevano i beni… e chi li osservava diceva: "Guardate come si vogliono bene" (Atti degli Apostoli).