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Prende il via oggi la terza tappa della Visita Pastorale a Trepuzzi, l’ultima prima della pausa estiva durante la quale l’arcivescovo Michele Seccia si recherà nelle marine dei comuni della vicaria di Squinzano.

 

 

Don Antonio Bruno, presenta ai lettori di Portalecce, la comunità parrocchiale della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe che egli guida dal settembre 2021.

Don Antonio, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in visita pastorale a Trepuzzi nella tua comunità?

La realtà sociale della parrocchia Santa Famiglia si presenta come un quadro tipico dei paesi salentini: classe popolare di ceto medio-basso ma con un tenore di vita dignitoso, volenteroso. I residenti di età medio-alta sono persone che hanno lavorato tutta una vita per tirar su la famiglia e garantire ai figli un futuro sereno. Le famiglie giovani sono purtroppo in netto calo, basti pensare al numero di battesimi e funerali per cui la proporzione è di 1 a 3. Sono presenti anche agglomerati di case popolari in cui vivono famiglie con gravi disagi e povertà sociali e culturali. La parrocchia è al suo 21° anno di età, è in cammino verso una sua più chiara identità di popolo nuovo riunito intorno al suo Signore ma anche identità geografica e comunitaria.

Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?

I punti di forza sono rappresentati dalla buona volontà di diverse famiglie giovani che hanno a cuore il Vangelo come unica parola di vita per i figli, che non tradisce e genera altra vita. È la bellezza di tanti operatori della carità che conoscendo le fragilità socio-culturali del territorio si dedicano alla promozione umana. La bellezza anche di tanti adulti e anziani che forti di una fede storica sono orgogliosi di aver costruito, con tanti sacrifici, la nuova chiesa e che, nel vivo ricordo di pastori come don Arcangelo Giordano e don Alfredo Quarta, danno buona testimonianza di fede coerente e forte. Punto di forza della catechesi è l'entusiasmo di tanti bambini che riempiono i locali parrocchiali portando gioia e speranza e l'impegno di trenta catechisti che si dedicano alla formazione. Fragilità da annotare è la fatica della famiglia che, alle prese con gli impegni lavorativi o con la cultura dominante delle mode e distrazioni di vario genere, non riesce più ad essere "chiesa domestica", focolaio originario di vocazioni e vita buona. Punto di forza è la carità di tanti che lavorano silenziosamente per alleviare le sofferenze dei poveri e dare piccoli segnali di speranza. Fragilità in ambito sociale è la presenza di nuclei malavitosi che trascinano i giovani nel baratro dello spaccio o della delinquenza spicciola.

Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale e quali sono gli obbiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?

Dalla visita pastorale ci attendiamo una nuova ventata di spiritualità feconda e partecipativa. Il vescovo verrà a confermarci nella comunione ecclesiale e a portarci segnali di rinascita e speranza, a dire ancora una volta che non siamo soli ma che c'è un Padre che ci ama e continua a scommettere su di noi.

 

 

 

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