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Da oggi 18 ottobre, dopo aver incontrato lo scorso weekend la comunità di Santa Maria del Popolo (LEGGI) l’arcivescovo Michele Seccia torna a Surbo per la Visita Pastorale alla comunità di Santa Lucia guidata da don Antonio Sozzo. Così il parroco presenta la vita della sua parrocchia.

 

 

 

Don Antonio, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in visita pastorale a Surbo nella tua comunità?


La parrocchia di santa Lucia ha mosso i primi passi negli anni ‘80 nella chiesa di Via De Gasperi e solo dal 5 marzo del 2000 ha sede nella grande chiesa attuale. Il quartiere si è sviluppato intorno alla chiesa parrocchiale che nel tempo è diventato il centro aggregante e di identità di tutti coloro che negli anni si sono trasferiti in questa parte della città di Surbo provenendo anche da Lecce o da altri centri del Salento, vista la vicinanza con il capoluogo. Questo percorso di aggregazione e di comunità purtroppo ha avuto un forte rallentamento negli anni del Covid, come del resto è avvenuto quasi dappertutto. Ed è questa comunità che l’arcivescovo viene a incontrare.

 

 

Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?

 

La chiesa di Santa Lucia è moderna, dotata di ampi spazi interni ed esterni ma la parrocchia vive oggi una serie di sfide importanti. Si registra una disaffezione ai percorsi di fede e anche il numero di fedeli che si lasciano coinvolgere è notevolmente diminuito. Ciò nonostante, è da apprezzare l’impegno di coloro che si prendono cura della comunità cercando di ravvivarla e promuovendo il coinvolgimento dei fedeli di ogni fascia di età. Ci sono tante criticità e problemi da affrontare ad iniziare dalla scarsità di collaboratori in proporzione alle sfide e alle necessità dei fedeli, molti dei quali, complice l’emergenza Covid, si sono allontanati dalla frequenza ai sacramenti. La liturgia in rapporto al numero di abitanti non è sufficientemente partecipata e la cura della fede da molti non viene più considerata una priorità. Per quanto riguarda la catechesi, registriamo una maggiore frequenza e partecipazione in prossimità dei sacramenti, con un allontanamento dei ragazzi dopo il sacramento della cresima. È confortante, infine, la generosità dei parrocchiani e di tanti commercianti locali pronti ad aiutare chi è in maggiore difficoltà. Si tratta di un segno di solidarietà davvero significativo perché la capacità della comunità di unirsi per aiutare chi è in difficoltà riflette un forte senso di coesione.

 

 

Che cosa vi attendete, dunque, dalla Visita Pastorale e quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e a media scadenza?

 

La comunità di Santa Lucia ha atteso l’arcivescovo con impazienza e trepidazione. Il desiderio di tutti è quello di ripartire con rinnovato slancio, fiduciosi nella preghiera, nell’affetto e nell’incoraggiamento del nostro pastore. Già un segno di cambiamento è avvenuto in seguito all’incontro con don Vincenzo Marinaci che in nome del vescovo ha voluto incontrare gli operatori pastorali. Sono certo che ancora maggiore sarà lo sprone e l’impulso ad essere e a fare sempre meglio che mons. Seccia saprà donare alla comunità.

 

 

 

 

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