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Prima di partire la prossima settimana con la Visita Pastorale alle parrocchie della città di Lecce, a partire da oggi, 25 ottobre, l’arcivescovo Michele Seccia trascorrerà il fine settimana nella comunità della Madonna della Fiducia di Giorgilorio. Don Gianni Ratta, succedendo a don Luca Bisconti, è parroco della comunità dal settembre 2022.

 

 

 

Don Gianni, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in visita pastorale a Giorgilorio nella tua comunità?

 

Giorgilorio è un quartiere di Surbo nato per motivi prettamente economici (costi contenuti delle abitazioni, vicinanza ai luoghi di lavoro come l’Ipercoop o la Casa Circondariale, ecc…). Gli abitanti vengono, in gran parte da Lecce, una minoranza da Surbo, pochissimi da altri paesi limitrofi. Danno una nota di colore multietnico, le due comunità africana e cinese, lontanissime tra loro e fortemente legate alle tradizioni della terra di provenienza. La problematica più importante è la mancanza di coesione sociale, causata dalla differente provenienza degli abitanti, alla soluzione della quale lavora alacremente la parrocchia, creando occasioni di formazione, ma anche di festa. La popolazione è costituita, per la maggior parte, da famiglie giovani con bambini piccoli che tendono a vivere il quartiere come un luogo di passaggio. Accanto a queste ci sono persone molto legate al territorio, soprattutto gli adultissimi che hanno visto nascere il quartiere.

 

 

Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?

 

Uno dei punti di forza è dato dagli operatori della pastorale e soprattutto dal gruppo giovani, innamorati di Gesù e appassionati di evangelizzazione, tanto da mettersi in gioco, anche, come educatori e animatori della fede, insieme ai tanti adulti che li accompagnano, sicuri che lo Spirito Santo agisca e soffi dove meno ce lo aspettiamo e raggiunga anche i cuori dei più lontani. Una delle criticità riguarda la catechesi: accanto alle famiglie che hanno a cuore la crescita spirituale dei figli, che frequentano con essi la liturgia domenicale, stimano il Parroco e i catechisti che si impegnano gratuitamente e per le quali il percorso di fede va al di là del Sacramento, ci sono realtà fortemente legate alla celebrazione dei Riti di Iniziazione, i cui figli abbandonano la parrocchia dopo la Cresima. Anche queste fragilità vanno aiutate e accompagnate da parte degli operatori della pastorale catechetica perché si sentano accolte, nonostante tutto, e maturino, nel tempo, atteggiamenti di fede provenienti da una scelta personale e dall’incontro autentico con Gesù. Da evidenziare, inoltre, che la presenza alla liturgia domenicale è scarsa, specialmente dopo la pandemia ed è grande il rammarico per questa situazione, tanto da spingere gli operatori a creare una serie di iniziative in programma per riavvicinare le persone. Per quanto riguarda la carità, la parrocchia viene incontro ai bisognosi e accoglie le necessità dei meno abbienti, cercando di tessere legami di vicinanza con queste persone. Un esempio è dato non solo dai pacchi alimentari organizzati settimanalmente dalle Caritas Parrocchiale e Interparrocchiale, ma anche dall’impegno e dell’entusiasmo che i giovani e gli adulti a disposizione infondono nella consegna e nella preparazione delle cene di solidarietà durante i tempi forti dell’anno liturgico. Rimane la buona consuetudine dei pacchi dono da parte delle famiglie della catechesi, che nel loro piccolo contribuiscono al benessere dei più bisognosi. La mia goccia, insieme alle altre gocce, forma un grande mare, quello della carità, che è la più grande forma d’amore, come ci ricorda San Paolo.

 

 

Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale e quali sono gli obbiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?

 

La Visita Pastorale sarà un’occasione di ascolto reciproco, ci darà la possibilità di vivere una vicinanza speciale con il nostro Pastore da cui attingere energia e forza vitale. Padre Michele rappresenterà, tra noi, la presenza vivificatrice di Cristo e il Suo sguardo amorevole che ci incoraggerà a non perdere la speranza e a sentirci comunità viva e accogliente.

 

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