Prende il via oggi la visita pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia nella seconda comunità della città di Lecce, precisamente il Cuore Immacolato di Maria nella periferia nord del capoluogo salentino dove da poco più di un anno è amministratore parrocchiale don Aldo Marzo che presenta così la comunità ai lettori di Portalecce.
Don Aldo, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in visita pastorale nella tua comunità?
La parrocchia Cuore Immacolato di Maria situata alle porte della città sul versante Nord, nasce come vicaria curata per intuizione di mons. Francesco Minerva; e se in origine, comprende modeste abitazioni con una popolazione per la maggioranza di operai e piccoli artigiani, nel corso degli anni ha evoluto ha cambiato il suo volto con un aumento notevole della popolazione. Ad oggi la parrocchia si presenta nettamente divisa in due nuclei: quello storico adiacente alla chiesa composto per lo più da fedeli anziani che partecipano e vivono regolarmente la vita della comunità con una religiosità alquanto tradizionale, standardizzata e basata sul devozionismo, e il nucleo più giovane e nuovo, situato lungo Via Adriatica e soprattutto nella zona limitrofa al santuario di Sant'Oronzo fuori le Mura che ha favorito un abbassamento demografico, ma per via dello sviluppo in queste zone molto più periferiche si costituita una difficile composizione territoriale della parrocchia, non favorendo così un senso unitario di appartenenza alla comunità, tanto da preferire altri centri religiosi, probabilmente per maggiori possibilità strutturali e organizzative. Il livello culturale ed economico è medio-alto per via della presenza di operai, artigiani, impiegati, liberi professionisti e universitari. Accanto a questo si deve aggiungere però che, è presente anche una fascia più debole con difficoltà economiche sociali e culturali che rappresentano situazioni di degrado umano con tutte le annesse conseguenze.
Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?
In questo primo anno della mia presenza in parrocchia da amministratore posso affermare che si è passati da una resistenza al cambiamento, prediligendo la via comoda della consuetudine e del "già fatto" ad una presa di consapevolezza delle sfide che attualmente il cambiamento della società impone. Questo ha portato ad un desiderio di rinascita e di riscatto dando un volto nuovo alla comunità. Tutto questo è stato possibile grazie alla generosità, alla disponibilità e all'unità degli operatori pastorali già presenti ai quali si sono affiancate nel corso dei mesi alcune famiglie giovani che con la loro buona forza di volontà e con la loro audacia hanno portato una ventata di freschezza nella vita parrocchiale. Tutto ha avuto inizio lo scorso mese di febbraio quando in occasione della giornata della vita abbiamo invitato i bambini battezzati nell'anno insieme alle loro famiglie per condividere la celebrazione eucaristica e successivamente, nella sala teatro, consumare la colazione in compagnia. Una cosa molto semplice che ha fatto nascere da quella domenica, ogni domenica, il ritrovarsi insieme dopo l'Eucaristia delle 10:30 che non solo ha mobilitato le catechiste nella preparazione del conviviale ma permette di stare insieme, favorendo la conoscenza e soprattutto la progettazione di iniziative finalizzate alla crescita della comunità, con il coinvolgimento dei genitori e soprattutto favorendo la socializzazione dei bambini e ragazzi della catechesi. Frutto di tutto questo lo si ritrova nei laboratori creativi per i bambini che si tengono tutti i sabati dopo l'ora di catechesi grazie alla disponibilità di due coppie giovani e dove stanno convergendo anche i ragazzi più grandi di scuola media portando il loro aiuto e supporto e sentendosi così responsabili dei più piccoli. La parrocchia si pregia di accogliere nel proprio territorio la presenza del monastero dei Santi Francesco e Chiara che nel silenzio e nel nascondimento, costituisce un costante punto di riferimento, un’oasi sempre aperta che nella preghiera, nell'ascolto e nell'accompagnamento spirituale favorisce l’incontro con Gesù. Con grande entusiasmo è stata accolta la proposta dell’adorazione eucaristica tutti i giovedì come anche gli incontri che si sono tenuti l'anno scorso con l'Azione cattolica della parrocchia di Santa Rosa e di San Nicola di Mira che hanno costituito un momento formativo e hanno avviato così un cammino unitario consapevoli che oramai una rigidità dei confini territoriali e un campanilismo parrocchiale denotano debolezza e fragilità. E infine si sta avviando anche una ricostituzione e riorganizzazione dell'associazione dell'apostolato della preghiera grazie alla disponibilità della responsabile.
Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale e quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e a media scadenza?
La comunità parrocchiale si attende dalla visita pastorale del nostro vescovo una maggiore vicinanza del proprio pastore per avvertire sempre più il suo incoraggiamento, accogliere la sua correzione e mettersi in ascolto dei suoi suggerimenti.
Sono proprio le parrocchie di periferia ad aver bisogno di cura e attenzione speciali, sono i luoghi dove la pastorale necessita di collaborazione è di aiuto... rappresentano quelle periferie esistenziali verso le quali Papa Francesco continuamente invita ad andare. Attualmente si sta svolgendo un lavoro di corresponsabilità dei laici auspicando che ci sia un coinvolgimento sempre più attivo e fattivo da parte delle famiglie più giovani.