“L’anno che sta arrivando tra un anno passerà e io mi sto preparando. È questa la novità”. Questo motivetto noto, ci ricorda che alla fine dell'anno si fanno sempre tante riflessioni e grandi propositi.
Si arriva alla fine di dicembre e, complice il clima delle feste, che ci strappa per qualche giorno dalla nostra quotidianità, ci si ritrova a tirare le somme, a fare bilanci. Di rado siamo soddisfatti dei mesi trascorsi. L’insoddisfazione è una prerogativa degli esseri umani, ma lo è anche la speranza, ed ecco che già si guarda al futuro colmi di buona volontà, ben decisi a superare i propri limiti, a correggere gli errori.
È il tempo dei bilanci, ma i bilanci spaventano: sono pieni di cose “non fatte” o rimandate, di cambiamenti sospesi. I propositi spaventano di più: partiamo già con gli arretrati e la lista invece di terminare si allunga.
Ci viene incontro il Santo Padre con un testo scorrevole e semplice pubblicato nel 2015: “buoni propositi per il nuovo anno”. Tra le varie citazioni tutte molto profonde ce n'è una in particolare: “Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri…tutto comincia da qui dal prenderci cura gli uni degli altri”.
Ben vengano quindi i buoni propositi, Ma che siano semplici e costanti. Cerchiamo di comprendere quali sono le cose più importanti per noi che, come una bussola, ci indicano la direzione da intraprendere. E impariamo soprattutto a ringraziare. Il canto del Te Deum, stasera in tutte le chiese del mondo, ci ricorda che la felicità non è spuntare una lista scritta da noi.
Dio conosce la via per la felicità, molto meglio di quei buoni propositi che scriviamo a mezzanotte illudendoci che siamo noi ad avere il timone e le risposte. Lasciamoci guidare verso la gioia da chi conosce la strada, perché ci cammina davanti, per esserci guida. Buon anno a tutti.