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L’occasione della festa-incontro dei giornalisti leccesi, oggi 22 gennaio, a Lecce, presso la parrocchia San Nicola di Mira, in vista della memoria di San Francesco di Sales, protettore degli operatori della comunicazione, è senza dubbio un’occasione importante per la città e per la diocesi.

 

 

 

L'incontro di oggi con la presenza dell’arcivescovo e del prete antimafia, il salentino don Antonio Coluccia, si prefigge di mettere in comune le esperienze di tanti giornalisti leccesi, che operano nei settori più svariati: dalla carta stampata, ai media, al digitale tv e radio, ai magazine web o social.

Uno spazio di riflessione importante per creare rete, ed è auspicabile che i media si uniscano per la crescita civile e spirituale della città e del Salento, promuovendo sempre più il bene comune e mettendo in luce sia i lati positivi che gli aspetti critici della nostra società, del nostro tempo e del nostro territorio.

I giornalisti cattolici poi, sono chiamati ad essere sempre uniti sui temi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa, rinnovando la sintonia con il magistero della Chiesa, per essere voce della coscienza di un giornalismo capace di distinguere il bene dal male, le scelte umane da quelle disumane.

In questi mesi, si è aperta, la possibilità di poter costituire anche a Lecce un gruppo di giornalisti associati all’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), per essere una presenza più significativa sul territorio.

La comunicazione ha bisogno di parole vere in mezzo a tante parole vuote. Tutti gli operatori della comunicazione hanno la grande responsabilità di raccontare il mondo e poterlo modellare. I racconti possono generare spazi di libertà o di schiavitù, di responsabilità o di dipendenza dal potere. Nell’era del web il compito del giornalista è identificare le fonti credibili, contestualizzarle, interpretarle e gerarchizzarle. Il giornalismo identitario, deve assolutamente contrastare le fake news. Servono per questo giornalisti preparati, esperti, attenti a verificare costantemente le fonti, in modo da saper presidiare la circolazione di notizie non controllate, che potrebbero rivelarsi false, e con prontezza saper dare la propria certificazione. Per combattere l’industria delle fake news occorre creare percorsi per un’educazione di base, costruire processi di sensibilizzazione in grado di coinvolgere sia i ragazzi che gli anziani e spiegare loro come si fa per verificare se una notizia è falsa o vera. L’unica legge che funziona è quella dell’intelligenza.

 

 

 

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