Il vangelo è molto chiaro sul punto. L'uomo è il centro del piano della salvezza, e l'evento dell'incarnazione non lascia spazio ad interpretazioni. Il Papa ribadisce solo una verità di fede.
Tutto il creato è fatto per l'uomo, e l'uomo deve curarsene nel suo stesso interesse, ma solo l'idea che l'essere umano 'è una creatura come tutte le altre' per il cristianesimo equivale ad una bestemmia.
Le critiche a Papa Francesco per i suoi richiami contro la tentazione del mondo di oggi di mettere in pari tutte le creature davanti a Dio sono frutto di ignoranza e malafede, cioè una fede malata, o una negazione della fede stessa. Non è specismo, termine neologico con cui qualcuno vorrebbe definire una presunta superiorità dell'essere umano rispetto alle altre creature, è il messaggio del vangelo di Gesù Cristo.
Il Dio che si fa uomo è una rappresentazione plastica dell'assunto biblico secondo il quale l'essere umano è stato fatto a sua immagine e somiglianza. La scelta del Creatore, quindi, non ricade genericamente su tutte le creature, ma solo su una: l'uomo, inteso come maschio e femmina.
Il vangelo è stato proclamato agli uomini, ad essi è chiesto di convertirsi, la conversione non è per gli alberi e nemmeno per i leoni o le zebre.
Da qui l'appunto, sollecito, puntuale, corretto del Santo Padre ad evitare confusioni. L'idea di benedire i cani e i gatti, se pur comprensibile sul piano emotivo, non è conciliabile con la visione cristiana, che pone al centro della scena il Dio fatto uomo, come un tutt'uno, una realtà a sé, inserita nel contesto del creato ma con una potestà diversa rispetto a tutte le creature.
Superiore agli angeli, vocato all'eternità e soprattutto in relazione con il Dio Creatore che lo ha messo al centro di tutto ciò che è stato posto sotto il cielo e sulla terra.
In conclusione, pertanto, l'idea di voler porre sullo stesso livello l'uomo e gli animali non è un'idea cristiana, tutt'altro. Il creato è un'opera d'arte, arricchito di bellezza, e il canto degli uccelli rallegra certamente il cuore ma abbiamo il dovere di ricordare che valiamo 'più di molti passeri'.