Vogliamo uscire e andare al lavoro desideriamo fortemente che i figli possano tornare a scuola e continuare a costruire il futuro che sembra essersi interrotto ormai da troppi giorni.
Vogliamo trovarci a cena con gli amici, partire per una vacanza, tornare in chiesa.
Tutto questo ci manca in modo struggente: sono desideri umani legittimi, comprensibili ma siamo chiamati a imboccare una strada faticosa per garantire il nostro domani. Dobbiamo donare qualcosa di immateriale: i nostri dati.
Solo donando la possibilità di monitorare i dati di localizzazione, si potrà verificare in automatico, chi ha avuto il contatto con un contagiato, mettendosi subito in quarantena per il bene proprio e della collettività.
Sarebbe necessario affidare a un ente di garanzia l'accesso alla nostra localizzazione, in questo modo, e con la certezza che i dati non vengano utilizzati per nessun altro motivo, la tecnologia digitale potrebbe individuare chi è entrato in contatto con le persone colpite dal Coronavirus.
L'ente potrà informare queste persone che devono restare in quarantena per 14 giorni per la loro salute e quella degli altri .
Oggi questo è un passo necessario per contenere la diffusione dell'epidemia, certamente violera' per un periodo la nostra privacy ...ma la privacy da morti non serve.