Un annuncio importante, gioioso, carico di un futuro di fiducia, rivelatore di un progetto ricco di speranza.
Con parole che, dopo approfondita e meditata riflessione, gli escono naturalmente dal cuore, diffondendo, con lo stile di chi sta conversando amabilmente, disegni profondi, a lungo meditati e vagliati.
Nella chiara consapevolezza di rendere note scelte efficaci per realizzare una Chiesa semplice e bella: «Il prossimo 28 novembre, alla vigilia della prima domenica d’Avvento, terrò un concistoro per la nomina di tredici nuovi cardinali», afferma Papa Francesco.
E con grande incisività ed evidente tenerezza, li menziona uno ad uno. Addirittura sorprendendo nella diretta televisiva gli stessi interessati.
Tra i nove nuovi porporati, c’è anche «il nostro mons. Marcello Semeraro», come poi mons. Michele Seccia indicherà il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, nominato appena qualche giorno prima.
E come, lo indica la gente salentina, profondamente emozionata e fortemente coinvolta. Da sempre orgogliosa del suo “don Marcello”, ammirato per il profondo bagaglio culturale, le intense relazioni interpersonali, le innovative proposte pastorali riguardanti “la pastorale generativa”, il vivo rapporto con la comunità di origine.
Francesco alterna la lettura di alcuni fogli allo sguardo rivolto verso la folla convenuta in Piazza San Pietro: con il linguaggio della comunicazione diretta e immediata, quasi a braccio, rivela ancora una volta spiccata capacità comunicativa, per cui, mediante la sua sensibilità umana e pastorale, riesce a costruire immediata e gioiosa relazione con la gente e a creare sempre più comunione.
Soprattutto con i significativi criteri di scelta dei nuovi tredici designati alla porpora, egli esprime il suo pensiero e il suo progetto pastorale: sono tutti pastori impegnati a promuovere la Chiesa in uscita, la testimonianza a favore degli ultimi, il servizio di rinnovamento teso a promuovere una comunità ecclesiale sempre più autentica nell’attuale società in evoluzione.
Da buon pastore che conosce l’odore delle pecore, con le ponderate opzioni dei nuovi cardinali e la sapiente incisività comunicativa si guadagna così l’entusiastica adesione della gente. Per coinvolgere tutti nell’abbraccio dell’intero il mondo.