“Tutti fratelli”: nel titolo della sua recente enciclica Papa Francesco ricorda ad ogni uomo una verità fondamentale per ogni abitante della terra, ma egli stesso non nasconde l’impegno e le possibili sofferenze nel considerarsi veramente cittadini del mondo, riscoprendo la naturale “vocazione” di essere edificatori di positive relazioni interpersonali con tutti gli altri.

Impegnarsi a sviluppare la fratellanza nei confronti di ogni uomo diviene così molto laborioso e spesso gravoso, in quanto coinvolge ogni momento, ogni scelta e qualsiasi azione rivolta verso gli altri.

Da sottolineare che l’enciclica presenta il messaggio di fraternità con un linguaggio schietto e con alcuni passaggi molto risoluti. Comunque coerenti con la dignità e la solidarietà della persona.

A cominciare dai rapporti umani, che possono essere arricchiti da corretti riferimenti con Dio, perché “cercare Dio con cuore sincero, purché non lo offuschiamo con i nostri interessi ideologici o strumentali, ci aiuta a riconoscerci compagni di strada, veramente fratelli” (n. 274).

Anzi, precisa ancora Francesco, una società costruita volutamente senza alcun riferimento religioso, con spirito di assoluto secolarismo, scade nel culto degli idoli, a scapito della stessa dignità e dei diritti essenziali della persona umana, isterilisce valori e ideali e fa venire meno la speranza.

Occorre, invece, un forte impegno per promuovere i valori profondi dei singoli e della società con doveroso riguardo alla dignità di ogni individuo e nazione e, pertanto, puntualizza il Papa con vigorose parole tratte dall’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, “va riconosciuto come tra le più importanti cause della crisi del mondo moderno vi siano una coscienza umana anestetizzata e l’allontanamento da valori religiosi, nonché il predominio dell’individualismo e delle filosofie materialistiche che mettono i valori mondani e materiali al posto dei principi supremi e trascendenti” (n. 275).

Accoglienza e rispetto dell’uomo e di Dio camminano e crescono insieme.