Un dono prezioso e dall’alto valore simbolico. Entrando in Piazza Duomo, infatti, da ieri sera si scorgono dietro le vetrate dell’episcopio le sagome di due statue monumentali in cartapesta, il Crocifisso e l’Addolorata, doni dell’artista leccese Marcella Donno all’arcivescovo Michele Seccia.
Come si ricorderà già nell’agosto del 2020 (LEGGI), grazie all’interessamento del presidente del Centro Studi Rudiae, Giovanni Castoro, l’artista della cartapesta leccese aveva già fatto dono a mons. Seccia di una statua di Sant’Oronzo in cartapesta dell’altezza di circa 3 metri oggi esposta permanentemente nella Sala del Trono dell’arcivescovado. Si era all’indomani della prima ondata della pandemia e già in quell’occasione l’artista volle offrire il simulacro a devozione del patrono affinché proteggesse la città e il mondo intero dal pericolo del contagio.
A distanza di meno di due anni la guerra in Ucraina, ha mosso ancora una volta Marcella Donno a regalare due altre espressioni della religiosità popolare ben rappresentata dalla tradizione della cartapesta leccese. Maria ai piedi della Croce, icona del dolore. Come il popolo ucraino oggi sofferente e in fuga dalla sua terra per sfuggire al massacro.
L’arcivescovo, com’è suo solito, non si è limitato ad accogliere e a ringraziare per il gradito omaggio. Lo ha voluto condividere con la città e con tutti coloro che, passando da Piazza Duomo e guardando le due statue, possano rivolgere al Signore, per intercessione di Maria, una preghiera per la pace nel mondo e, in questo momento particolare, perché possano tacere le armi in Ucraina.
Marcella Donno, conosciuta e stimata cartapestaia leccese, nasce il 17 settembre 1960, opera a Lecce in via Matteotti.
Formatasi tra le storiche botteghe dei fratelli Gallucci e dei fratelli Malecore, oggi è attiva in un proprio laboratorio nel centro cittadino; è nota per aver curato il restauro di diversi capolavori in cartapesta risalenti ad inizio XX sec.
“La vicinanza al popolo ucraino - ha osservato l’arcivescovo nel ringraziare l’artista - che in questi giorni si manifesta in tante iniziative di solidarietà, in numerosi gesti concreti, in tante opere buone… deve diventare, per chi crede nella forza della preghiera, invocazione al Signore della pace e alla Regina della pace. Ho pensato di rendere visibili le due statue-dono graditissimo di Marcella Donno dalle finestre dell’episcopio, non solo per ricordare a chiunque le scorga cosa significhi per una madre soffrire mentre il figlio muore in una maniera così cruenta ma anche per non dimenticare il dolore delle mamme ucraine e di tutti i popoli che vivono gli orrori delle guerre e invitare alla preghiera perché il cuore di ogni uomo riscopra il valore della pace - ha concluso Seccia”.