Per una sera la chiesa di San Francesco di Paola in Lecce si è arricchita dei volti e dell’entusiasmo propri della scuola.
Motivo scatenante tanta freschezza è stato la “Messa prima degli esami” presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia, e promossa dal Movimento studenti di Azione cattolica (Msac) della Chiesa leccese, in collaborazione con l’Ufficio diocesano di pastorale scolastica e con l’Ufficio per l’insegnamento della religione cattolica.
A concelebrare con il presule leccese l’assistente del Msac diocesano don Federico Andriani. Ha animato la liturgia il coro giovanile della parrocchia San Giovanni Maria Vianney.
Belle le parole introduttive di don Federico che all’inizio della celebrazione ha ringraziato l’arcivescovo a nome di tutta la grande famiglia dell’Azione cattolica, evidenziando la costante presenza e la premura paterna con cui sempre accompagna i passi di tutta l’associazione: “Caro Padre Michele, dal profondo del nostro cuore le giunga la gratitudine perché nonostante gli impegni pastorali che lei ha, non ha mancato di essere vicino a questi giovani uomini e a queste giovani donne che alla vigilia di una tappa importante della loro vita quale è l’esame di Stato vogliono affidarsi al Signore e ricevere da lei la parola paterna che dona il segreto per una esistenza riuscita (Gesù ndr)”.
L’omelia di Seccia, dai toni affettuosi e incoraggianti, ha preso le mosse dal brano evangelico del giorno che, incastonato perfettamente nell’evento vissuto, ha fatto scaturire una spronante riflessione.
Ha affermato: “Cari ragazzi l’esame di maturità non è un semplice test, né occasione per saggiare semplicemente delle competenze, bensì momento che dona compimento ad un percorso di studi che saprà consegnarvi al mondo come la speranza del domani. Sì, perché voi siete il futuro della nostra società”.
Dal canto suo, tuttavia, il pastore salentino ha rivolto parole di elogio ai ragazzi che in un tempo storico tanto gravido di attese hanno messo in gioco la loro grande abnegazione nell’essere segno concreto di responsabilità, sottolineando con particolare vigore il loro modo di vivere la scuola con coerenza.
Ha rimarcato: “Come vescovo sento il dovere di fare un plauso a voi, cari giovani, che avete vissuto responsabilmente il vostro essere alunni, riappropriandovi di una relazionalità, una gestualità, un entusiasmo che vi ha sempre contraddistinto, di una didattica che, tornata alla normalità, vi ha consentito di continuare un cammino di formazione e di crescita che vi deve rendere buoni cristiani ed onesti cittadini”.
Ansie, timori e paure, allora non devono offuscare questo che è un passaggio importante nella crescita di un adolescente che in questo modo vede fruttificare gli sforzi e i sacrifici profusi in un quinquennio che è stato tempo di formazione, di confronto e di crescita umana e intellettuale.
Belle le parole di Seccia: “Provo ad entrare nel vostro cuore e ad immaginare quanto timore, quanta preoccupazione vi abita. Non siete soli: il Signore Gesù è con voi, il vostro vescovo prega per voi, i vostri dirigenti, i docenti e i vostri genitori, che ringrazio per come vi hanno guidato, vi accompagnano nell’essere custodi dei germi di adultità che lo Spirito Santo ha posto nella vostra storia e che giungeranno a maturazione con il vostro continuo spendervi per fare della vostra vita un mirabile capolavoro”.
Un momento toccante si è avuto al termine della messa quando l’arcivescovo ha voluto riservare a tutti i maturandi una speciale benedizione in grado di donare loro serenità alla vigilia di questa stagione tanto particolare della loro storia.
Al termine della celebrazione e dopo la foto di rito, un sorprendente fuori programma: l’equipe Msac ha consegnato ai presenti un augurale segnalibro con impressa una frase di Armida Barelli che dice: “Lavorate senza posa, ma soprattutto amate, amate, amate”.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli