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Don Michele Seccia è stato ordinato sacerdote 45 anni fa nella cattedrale di Barletta il 26 novembre 1977 dall’arcivescovo di Trani e Barletta, il leccese, mons. Giuseppe Carata. Di seguito gli auguri del vicario generale in rappresentanza della comunità diocesana.

 

 

 

Questa ricorrenza segue di pochi mesi il giubileo del 25° anniversario di episcopato. Può sembrare che tutto il serbatoio di auguri a nostra disposizione sia al momento svuotato.

Cosa possiamo augurare al nostro caro arcivescovo che non lo abbiamo già fatto in quella occasione? È ancora vivo il ricordo e sono ancora vibranti le emozioni che hanno accompagnato la celebrazione eucaristica con tanti fedeli, tanti presbiteri e anche tanti vescovi quel 6 novembre scorso nella nostra splendida cattedrale. Una tappa che suggellava la pienezza del suo ministero episcopale, pienezza condivisa con tutta la diocesi, nella fase cruciale del cammino sinodale; pienezza dal nostro vescovo vissuta come un “ricominciare” l’avventura di quel servizio d’amore che Gesù chiese a Pietro: se mi ami “pasci le mie pecore”, fino a dare la vita.
Padre carissimo, oggi nel suo 45° anniversario della sua ordinazione sacerdotale che cosa possiamo augurarle, se non di ricominciare a “gustare e vedere quanto è buono il Signore”, gustando la dolcezza della fatica apostolica insieme  all’affetto dei suoi preti, diaconi consacrati e comunità parrocchiali.
Tutti noi, insieme agli auguri, sentiamo il bisogno di incrementare la preghiera per lei, che si accinge a compiere la sua prima Visita Pastorale, passando di comunità in comunità, facendo sentire al suo passaggio la carezza dello Spirito Santo sul cuore di tanti malati, poveri, fratelli e sorelle in cerca di senso della vita.
Preghiere e auguri si fondono insieme soprattutto quando nella celebrazione eucaristica preghiamo per il nostro vescovo Michele. Infatti, in quella parte della preghiera eucaristica, chiediamo al Padre, celebrante e fedeli, di fare di noi “un solo corpo e un solo spirito” in comunione con il nostro vescovo che diventa così il volto dell’amore personificato di tutta la comunità.
Sappiamo bene che questo è il suo più grande desiderio, padre carissimo, proprio come il desiderio di Gesù: “Fa’ che siano una sola cosa come io e te siamo una sola cosa”. Auguri.

*vicario generale

Foto di Arturo Caprioli

 

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