C’è una sola assoluzione da tutti i reati nella sentenza pronunciata poco fa dal presidente del Tribunale della Santa Sede, Giuseppe Pignatone (LEGGI QUI) alla fine del processo in Vaticano che ruotava intorno alla vicenda della compravendita del Palazzo di Londra e riguarda il nostro mons. Mauro Carlino.
“Sono felice per la sentenza che ha restituito al nostro don Mauro la dignità umana e la credibilità sacerdotale messe in dubbio da ipotesi di reato rivelatesi poi infondate - sono queste le prime parole dell’arcivescovo Michele Seccia -”.
“Sono stati anni di sofferenza anzitutto per lui - aggiunge il presule -. Ma egli ha affrontato le vicende nelle quali era stato ingiustamente coinvolto con coraggio e, certo della sua innocenza, con tanta fiducia nella magistratura vaticana”.
“Ma sono stati anni di sofferenza anche per me che sono il suo vescovo - sottolinea - e che non ho mai vacillato davanti alle accuse che gli venivano mosse. Tant’è vero che, nonostante immaginassi che più di qualcuno avrebbe storto il naso, dopo il suo rientro in diocesi non ho esitato a nominarlo mio segretario personale e poi, successivamente, anche parroco della Basilica di Santa Croce. Incarichi che egli ha svolto con obbedienza, fedeltà, spirito di servizio e di abnegazione e con grande impegno sacerdotale, pur dovendo affrontare le ricostruzioni fantasiose e la gogna mediatica”.
“Infine - prosegue Seccia -, sono stati anni difficili per la Chiesa di Lecce che con lui ha pregato e che accanto a lui ha affrontato il tunnel del processo: sono stati molti coloro che hanno creduto nella sua innocenza e gli sono stati vicini con affetto e amicizia”.
“In quest’ora di liberazione in cui ha vinto la verità - conclude l’arcivescovo di Lecce -, ringrazio il Signore e insieme con i confratelli presbiteri della nostra Chiesa locale prego per don Mauro affinché presto ritrovi la meritata serenità interiore”.