Carissimo don Giancarlo, insieme a te vorrei “leggere” questo evento del Padre provvidente, il tuo cinquantesimo anniversario di ordinazione presbiterale, come qualcosa di non scontato ma che è racchiuso in una parola: dono.
È dono che nella successione apostolica sia io a rivolgerti questo pensiero augurale che vorrei accogliessi come l’eco dei pastori che mi hanno preceduto: mons. Minerva, mons. Mincuzzi e mons. Ruppi che dal cielo vegliano sul tuo ministero e ti benedicono, mons. D’Ambrosio e il sottoscritto che seppur in modo diverso ma ugualmente efficace continuiamo a godere della tua presenza e del tuo servizio umile e generoso.
È dono la chiamata alla vita che il buon Dio ti ha riservato e che ha irrorato e nutrito con il suo amore attraverso la presenza unica della tua famiglia, della tua natìa Squinzano e di tutte le persone che hanno contribuito a farti essere ciò che sei.
È dono l’aver accolto la chiamata del Signore ad essere suo servo, ministro della croce come ebbe a chiamare te e i tuoi compagni di ordinazione il Papa che ti impose le mani quel 17 maggio di 50 anni fa, San Paolo VI, per rendere tutti partecipi di questo dono di amore.
È dono l’aver vissuto questo primo scorcio di tempo sacerdotale nella fedeltà e nell’abbandono totale a Dio e ai fratelli, facendoti offerta perenne a quanti, anche solo per un istante hanno avuto la possibilità e la gioia di incrociare i propri passi con i tuoi.
È dono la tua persona che nei tanti servizi resi alla comunità diocesana si è fatta pane spezzato e vino versato, misericordia incarnata e segno di prossimità rivelatrice la presenza dell’unico, sommo ed eterno Sacerdote.
Vorrei però affidarti, in questo momento, una ulteriore parola che può esserti di guida e accompagnamento per continuare il cammino che Lui ha tracciato per te ed è mistero.
Caro don Giancarlo, la nostra vita, la tua esistenza, è un mistero perché voluta da Colui che è mistero non in quanto lontano dalla nostra comprensione, quanto per il coraggio di amare usque ad finem, totalmente.
Non è questa la vocazione nella vocazione anche per te?
È mistero la volontà di Dio che ha scelto proprio te come suo ministro; è sconosciuto a te, è noto a lui al Pastore dei Pastori.
È mistero sacramentale, ecclesiale ed umano il tuo essere stato posto in questa Santa Chiesa di Lecce, in questa eletta famiglia sacerdotale che in te ha sempre visto un fratello amabile, un consigliere fidato, un sacerdote coerente, un maestro di bellezza, non di quella mondana bensì di quella bellezza che salverà il mondo.
È mistero, non da ultimo, questa tappa che ha segnato i tuoi giorni indelebilmente per la quale lodiamo, benediciamo e ringraziamo il Signore.
L’eucaristia che oggi celebreremo allo stesso altare è l’incrocio di due sguardi misericordiosi e amorevoli al contempo: quello del Signore su di te e il tuo verso di Lui.
Non perdere mai la voglia e il desiderio di fidarti di Lui; non sempre, come il mondo vuol farci credere è sbagliato dipendere da qualcuno.
Caro don Giancarlo, ti auguro di continuare ad essere come il lievito e il sale di cui parla Gesù nel Vangelo: nella semplicità e riservatezza che ti appartengono a fai fermentare la massa nella quale Cristo ti ha posto e ti porrà a operare quotidianamente, siano essi servizi diocesani, parrocchiali e di vita spirituale.
Vai avanti, serenamente cercando di essere come il chicco di sale che invisibile si scioglie dando sapore a ciò che sfiora: il mondo ha bisogno del sapore che tu hai imparato a gustare e che è il sapore del Signore.
E allora, ricevi dal tuo vescovo e dai tuoi confratelli sacerdoti da me rappresentati i più fervidi e affettuosi auguri. E l’infinita gratitudine della nostra Chiesa di Lecce: se in questa diocesi la bellezza della liturgia è luminosa via per l’incontro con Cristo, molto lo dobbiamo alla tua competenza e alla sobrietà del tuo lungo servizio di Maestro delle celebrazioni episcopali.
Duc in altum, prendi il largo e vai con il Signore ad annunciare le meraviglie che egli ha compiuto e che compirà in te!
Mentre invoco su di te la benedizione del Signore, ti affido all’intercessione di Maria, Vergine della Luce e madre dei sacerdoti, di San Matteo, dei santi nostri patroni Oronzo, Giusto e Fortunato, di San Paolo VI che su di te 50 anni fa ha invocato lo Spirito Paraclito e di tutti i santi a cui hai affidato la tua vita.
*arcivescovo metropolita di Lecce