L’occasione per il settantesimo genetliaco del nostro amato padre arcivescovo Michele Seccia diviene, oggi più che mai, motivo per innalzare un’inno di gratitudine a Dio per la sua saggia e premurosa presenza tra di noi.
In modo particolare per noi, preti giovani, molti dei quali da lui stesso consacrati in questi ultimi anni. Una gratitudine che sale al Signore per averci donato un padre sempre capace di ascolto, di premuroso e sincero ascolto; un padre che non abbandona mai nessuno dei suoi figli, ma si fa loro discreto e prudente compagno di viaggio.
È sotto gli occhi di tutti l’emozione ed il trasporto spirituale che egli manifesta in ogni ordinazione sacerdotale, a prova del suo grande amore verso i suoi preti.
Personalmente, porto fisso nel cuore la profonda gioia con cui mi ha ordinato presbitero: in modo peculiare, in quegli istanti della mia ordinazione, ho percepito in lui un cuore paterno, un cuore che ama talmente tanto i suoi figli da non riuscire nemmeno a trattenere le lacrime!
E quanto bene fa ad un presbitero sapere di essere costantemente accompagnato da un pastore che non ti giudica ma che si fida, che ti vuol bene, che non disprezza il confronto e l’ascolto, che ti sa accogliere con un sorriso sincero ed affabile, un sorriso capace di smorzare ogni sofferenza e preoccupazione. E tutto questo porta certamente, in ogni presbitero, consolazione e fiducia, così da poter vivere gioiosamente la propria avventura sacerdotale.
Si, Eccellenza: lei è veramente nostro collaboratore nella gioia! Grazie per la sua semplice e feconda testimonianza quotidiana! Continui ad essere per tutti riflesso dell’amore misericordioso di Dio!
Noi preti giovani le vogliamo un gran bene e le promettiamo costante obbedienza e sostegno, affinchè nella nostra amata Chiesa leccese possa sempre più edificarsi il Regno di Dio, Regno di amore e di pace!
Il Signore Gesù custodisca in noi, preti giovani, quel vincolo sacramentale di comunione con lei e con tutto il nostro presbiterio. Ad multos annos, pater!