A partire da oggi, Portalecce pubblicherà una serie di testimonianze in preparazione al Giubileo sacerdotale del card. Marcello Semeraro che celebrerà ad Albano, la diocesi che ha guidato per 17 anni prima di essere chiamato da Papa Francesco ad essere Prefetto della Congregazione delle cause dei santi.
Oggi è l’arcivescovo Michele Seccia - fraterno amico del cardinale e pastore della Chiesa che lo ha generato alla fede e al sacerdozio ministeriale l’8 settembre 1971, nella chiesa madre di Monteroni, suo paese natìo, per l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione del vescovo Francesco Minerva (LEGGI QUI LA BIOGRAFIA ESSENZIALE) - ad inaugurare questo breve cammino di avvicinamento al suo giubileo contrassegnato dall’hastag #DONMARCELLO50.
+ Michele Seccia
Giordano di Sassonia scriveva in merito a San Domenico che: “Siccome la gioia brillava sempre nel suo volto, fedele testimone della sua buona coscienza… con la gioia attirava con semplicità l’affetto di tutti; coloro che lo guardavano rimanevano incantati”.
Ho voluto proporre questa citazione perché mi sembra di descrivere il caro don Marcello Semeraro, ora cardinale nella Chiesa di Dio, ma che per noi rimane sempre il sacerdote dotto, profondamente impegnato nell’annuncio del Vangelo e, soprattutto, sempre sorridente e affabile, anche nei momenti difficili e duri che la vita riserva ad ogni uomo.
Tra qualche giorno, precisamente l’8 settembre prossimo, don Marcello celebrerà i suoi 50 anni di messa e lo farà consacrando vescovo don Vincenzo Viva, suo successore sulla cattedra episcopale di Albano.
La nostra Chiesa di Lecce è lieta di rammentare questa ricorrenza di un caro ed eminente sacerdote, il cui percorso è ben noto a tutti noi. È anche significativo che ciò avvenga nel corso del Giubileo Oronziano, come ad indicare che sono molti i motivi di giubilo di cui può fregiarsi la nostra comunità diocesana.
Il primo sentimento è dunque quel rendimento di grazie al Signore per il dono del sacerdozio di don Marcello, con cui desideriamo, ancora una volta, “alzare il calice della salvezza e invocare il nome del Signore”. Dopo il sacramento del battesimo, infatti, il dono del sacerdozio è certamente stato il più grande regalo che il Signore gli ha riservato. Egli vi si è preparato fin dal seminario minore, approfondendo, anno dopo anno, la bellezza della chiamata del Signore. Tante sono state le sorprese lungo il suo fecondo ministero, che tanti di noi ricordano fin dai tempi in cui insegnava a Molfetta e a Roma, l’ecclesiologia, così da trasmettere a generazioni di alunni l’amore per la Chiesa. Mons. Semeraro ha poi messo in pratica quanto studiato sui libri e meditato nella preghiera prima qui a Lecce da fedele collaboratore dei miei predecessori, di mons. Ruppi in modo particolare, poi nella diocesi di Oria e poi in quella di Albano. Anche quando ha dovuto prendere importanti decisioni di governo, lo ha fatto sempre dopo ponderata riflessione davanti al Signore, comunicando quanto determinato con il sorriso sulle labbra.
Il secondo sentimento riguarda lo stile di amicizia che caratterizza il senso umano della comunione ecclesiale e, in modo particolare, la comunione presbiterale. Mons. Semeraro, pur essendo uomo dotto e molto intelligente, non ha fatto mai pesare la sua cultura, ma si è sempre mostrato un vero amico, dal tratto amabile, semplice ed umile. In questo consiste proprio la sua grandezza. Lo scriveva Von Balthasar: “I grandi doni di Dio non possono che invitarci ad essere umili”.
Infine, un terzo sentimento concerne il cuore del ministero sacerdotale: la santa messa. Molte volte ho insistito sulla centralità della celebrazione eucaristica nella vita di un sacerdote, a tal punto che potrei dire che il sacerdote vive per celebrare l’eucaristia. Fra qualche giorno don Marcello ricorderà all’altare del Signore il suo giubileo sacerdotale. Desidero che tutta la diocesi, che si fregia di averlo come figlio prediletto, insigne sacerdote e ora cardinale, abbia per lui uno speciale ricordo nell’eucarestia, così come volentieri anche io desidero offrire la santa messa per il suo sacerdozio e per il suo servizio alla Chiesa universale. La celebrazione dei Divini Misteri è, infatti, il modo migliore per augurare a mons. Semeraro un ministero ancor più fecondo, perché don Marcello ha ancora tanto da dare al popolo di Dio, abbellendolo con i vividi colori della santità.