Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore quell'intenso pomeriggio del 2 dicembre 2017, quando mons. Michele Seccia, fece il suo ingresso a Lecce.

Ero seminarista di terzo anno a Molfetta e in quei giorni eravamo tutti in fermento, bisognava tornare a casa per ben tre weekend di seguito. Ci sentivamo quasi privilegiati noi leccesi. A Cristo Re il saluto di mons. D'Ambrosio, la prima di Avvento l'ingresso di mons. Seccia e poi l'Immacolata. Il 1° dicembre ci mettemmo in treno dopo pranzo, per arrivare dritti in cattedrale per le prove, dove riuscimmo a stringere la mano al nuovo vescovo. L'emozione era tanta, soprattutto sentendo il suo grazie nei nostri confronti perché stavamo lavorando per lui. 

L'indomani mattina di nuovo in cattedrale per gli ultimi grandi preparativi, il pranzo in seminario e poi di corsa allo Smaldone per l'uscita del vescovo. C'era un mix di sentimenti ed emozioni, tanti fedeli, tanti giovani, tanti sacerdoti e diaconi...per il vescovo “Collaboratore della nostra gioia”, che pubblicamente ci ha dato il suo numero di telefono. Da lì è iniziata questa pagina di storia della Chiesa di Lecce.

Da subito abbiamo avvertito la sua paternità nei confronti dei seminaristi e dei preti giovani, un uomo buono, un parroco, un padre sempre disponibile all'ascolto, accogliente e che ha a cuore la gioia dei suoi figli. Siamo ormai una decina, i preti da lui ordinati a Lecce. Gli auguri che più ha tenuto a darci sono: gioia del ministero, speranza che non muore mai e uomini della Parola e dell'Eucarestia.

Allora noi, caro Padre Michele, desideriamo ricambiarti questi auguri implorandoti di non spegnere mai il tuo motto episcopale o di permettere ad alcuno che lo spenga. Grazie perché credi sempre in noi, grazie perché ci dai un'ala di riserva, grazie perché con te si può ridere e si può piangere, grazie perché scendi in campo con noi, grazie perché ci sei a qualsiasi ora, grazie per lo sguardo e l'abbraccio immenso del giorno dell'ordinazione, grazie per il dono dell'ordine sacro! Auguri per il grande Giubileo! Ad multos annos Pater!