Un’antica consuetudine prevede per la festa di Natale tre messe, dette rispettivamente della notte, dell’aurora e del giorno. In ognuna, attraverso le letture che variano, viene presentato un aspetto diverso del mistero.
Il Vangelo della messa della notte si concentra sull’evento, sul fatto storico. Questo, con semplicità di poche righe e parole semplici descrive l’avvenimento, in assoluto, più importante nella storia del mondo: la venuta di Dio sulla terra.
Il compito di mettere in luce il significato e la portata di questo avvenimento è affidato, dall’evangelista, al canto che gli angeli intonano, dopo aver dato l’annuncio ai pastori: Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama.
In passato quest’ultima espressione veniva tradotta diversamente, e cioè ‘Pace in terra agli uomini di buona volontà’. Con questo significato l’espressione è entrata nel canto del Gloria ed è diventata corrente nel linguaggio cristiano.
Subito dopo il Concilio Vaticano II, si sono indicati con questa espressione tutti gli uomini onesti, che ricercano il vero e il bene comune, siano essi credenti o non credenti. Ma è una interpretazione considerata oggi inesatta.
La più recente traduzione della Cei riporta ‘agli uomini che egli ama’, e questa traduzione è usata anche nella liturgia della messa, nelle occasioni in cui la lettura del Vangelo prevede questo brano di Luca.
Anziché riferirsi ad un impegno moralistico che nasce dall’interiorità dell’uomo il testo biblico sembra fare appello a un messaggio universale di salvezza che viene annunciato attraverso gli uomini che Dio sceglie come tramite: la buona volontà è dunque il traboccare della Gloria che scaturisce dall’alto dei cieli e si riversa sul creato.
Come afferma Padre Raniero Cantalamessa, se la pace fosse accordata agli uomini per la loro buona volontà, allora essa sarebbe limitata a pochi, a quelli che la meritano; ma siccome è accordata per la buona volontà di Dio, per grazia essa è offerta a tutti!
Ed ecco allora il messaggio del Natale: “il buon volere di Dio verso gli uomini non conosce limiti. Con la nascita di Gesù, Dio ha manifestato il suo buon volere verso tutti” (Benedetto XVI, Udienza Generale, Aula Paolo VI, 27 dicembre 2006).