“Scoprire il senso di un’Europa che non è unita solo dalla moneta e dalle regole dei mercati” e “costruire un’Europa solidale, libera, gelosa di tutelare la dignità della persona umana”.
Così il presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il card. Gualtiero Bassetti, ieri, nella prolusione pronunciata per l’inaugurazione dell’anno accademico 2018/2019 della Facoltà Teologica della Puglia, a Molfetta.
Quella auspicata è “un’Europa che fa crescere, attraverso la pace, la prosperità e il benessere dei popoli che la compongono senza distinzione di razza, di sesso, di cultura, di apparenza religiosa”. Quindi, un monito. “La nostra Europa – ha affermato il cardinale – non può permettersi di ammalarsi di nuovo! Deve, invece guarire da quelle nuove malattie che la invecchiano e la privano di speranza, di attesa, di capacità di far spazio alle giovani generazioni”. Nelle parole del porporato poi la convinzione che “la nostra Europa non può più permettersi di procedere in ordine sparso nello scenario internazionale”. “Deve, con unità di intenti, di interessi e di valori, cogliere le sfide epocali del mondo, che – volenti o nolenti – è un’unica famiglia di popoli, in cui l’ingiustizia subita dall’uno ha conseguenze, presto o tardi, nella vita interna dell’altro. Fenomeni di tale portata che nessuna nazione, neanche la più potente, potrà mai affrontare da sola”.
“Non c’è Europa – ha continuato Bassetti - senza Mediterrraneo e non c’è Mediterraneo senza Europa. Non ci potrà mai essere un’Europa stabilmente in pace, senza pace nel Mediterraneo: la guerra in Ucraina, con tutte le sue implicazioni, sta lì – purtroppo – a dimostrarlo”.
Guardando al Mediterraneo come “uno degli snodi principali”, il porporato ha evidenziato che “la presa di coscienza della comune responsabilità dei cristiani europei nei confronti della pace, della giustizia e della riconciliazione fra i popoli sia una premessa necessaria per la stabilizzazione dell’area mediterranea e mediorientale, quindi per la prosperità e la pace di tutte le nazioni”. Definendo il Mediterraneo una “frontiera”, il presidente della Cei la considera tale nel senso classico di “confine”, “esso infatti separa spazi controllati da stati diversi ed è presidiato militarmente”. “Tuttavia, non è una frontiera solo in questo senso, ma anche in quello traslato di ‘punto di partenza’, di ‘sfida verso nuovi orizzonti’”. Dopo aver ricordato Silvia Costanza Romano, rapita in Kenya, il card. Bassetti ha affermato che “il Mediterraneo unisce e divide i popoli rivieraschi, unisce e divide il mondo”. “La storia dell’Europa moderna ci dice che quando il Mediterraneo è usato per dividere, i poveri – a qualsiasi riva appartengano – finiscono per soffrirne. È un inganno demagogico e pericoloso far credere che la divisione offra garanzie”.