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Il Nazareno esce dal suo Paese per ritirarsi con i discepoli nella zona di Tiro e Sidone, nella terra che gli ebrei chiamavano cananea, e i romani fenicia.

 

 

I suoi abitanti sono considerati molto male dagli ebrei che li considerano pagani da cui stare alla larga. Ma anche in questa regione sono giunte delle voci su di lui. Così una donna vedendoli passare si metta a gridare: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio”. Gesù sembra non vederla e non sentirla, nonostante le sue insistenti grida. La donna non smette di farsi avanti e continua ad urlare la sua supplica, si avvicina e si prostra dinanzi a lui, dicendo: “Signore, aiutami!”. Ed egli risponde: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. “È vero, Signore - dice la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni... Non trattarmi da figlia, ma almeno da cagnolino, non cacciarmi via e dammi le briciole...”.

 

 

Allora Gesù le replica: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. La figlia, Palma, è salva. Il gruppo si avvia verso Hippos, alcuni uomini gli portano un sordomuto e lo pregano di imporgli la mano. Anche questa volta Gesù si commuove e non si ritrae, lo prende in disparte, lontano dalla folla, gli pone le dita negli orecchi e con la saliva gli tocca la lingua; guardando quindi verso il cielo, emette un sospiro e gli dice: “Effatà”, cioè: “Apriti!”. E subito gli si aprono gli orecchi, si scioglie il nodo della sua lingua e inizia a parlare correttamente.

 

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