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“Non vogliamo che continui un’industria che porta mostre e distruzione”. Mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico delle Settimane sociali, ha usato toni netti nel rispondere alle domande dei giornalisti sul futuro dell’Ilva, durante la presentazione dei Lineamenta della Settimana sociale, in programma a Taranto nel 2021. 

“Dobbiamo fermare la devastazione ambientale e non renderla devastazione sociale”, l’appello del vescovo, secondo il quale “bisogna arrivare all’introduzione di forme di produzione alternative al ciclo completo del carbonio - come ho già detto nel 2013 - facendo partire l’introduzione di gas e idrogeno come forme alternative: avranno efficacia nel futuro, ma se non partiamo adesso non arriveremo da nessuna parte”.

“È inutile investire nel siderurgico, dobbiamo investire su altre forme produttive”, la tesi di Santoro sul futuro della città pugliese: “Le innovazioni tecnologiche possono essere un aiuto che con il tempo possono portare alla sostituzione del ciclo completo del carbonio con il gas e l’idrogeno”.

“La sensibilità locale deve avere una sinergia con Palazzo Chigi”, ha aggiunto il vescovo di Taranto, auspicando “la collaborazione tra l’Arcelor-Mittal e lo Stato” e “la diversificazione delle attività produttive sul territorio, investendo sull’eccellenza dell’agro-alimentare e valorizzando il mare e il turismo”.

Quanto alla recente visita del premier Conte e alle iniziative annunciate negli incontri con Arcelor Mittal, Santoro ha registrato “la disponibilità ad intervenire sull’aspetto ambientale, dove ci giochiamo il futuro e il presente, e sull’aspetto lavorativo”, versante su cui “deve intervenire un accordo con il governo e con lo Stato”. “Registro la disponibilità a cambiamenti sostanziali”, ha commentato.

 

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