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Desta perplessità l’emendamento al Dl n. 19/2020, approvato oggi alla Camera coi voti dei partiti di maggioranza e di Forza Italia, col quale - ferma restando la sospensione delle cerimonie religiose - prevede l’adozione di protocolli sanitari, d’intesa con le varie confessioni religiose, per definire le “misure necessarie ai fini dello svolgimento delle funzioni religiose in condizioni di sicurezza”.

 

 

Al di là delle buone intenzioni, il dato testuale è che la libertà religiosa continua a essere compressa e manca qualsiasi indicazione temporale su quando questa forte limitazione cesserà: ciò a differenza di quanto è già accaduto per altre libertà, come quella di impresa. Soprattutto sfugge la necessità dei “protocolli sanitari”, dal momento che nessun rito religioso costituisce una attività complessa: sono ben sufficienti le norme generali di contenimento, come mascherina, distanza, ecc.

Desta rammarico la non approvazione dell’emendamento a prima firma Meloni, votato dal solo centrodestra, che avrebbe permesso la ripresa del culto, nel rispetto delle regole di prevenzione.

 

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