Quasi 7 milioni e 100mila le foto segnalate lo scorso anno, il doppio rispetto al 2018, quando furono 3 milioni e 50mila circa. Quasi stabili i video (992.300 contro 1.123.793 del 2018), in aumento le chat (323 contro 234). Nel 2019 individuate anche 325 cartelle complesse “.rar”.
Sono i numeri principali del report 2019 dell’associazione Meter relativi ai materiali pedopornografici individuati sul web e segnalati alle autorità. Il fondatore dell’associazione, don Fortunato Di Noto, indica il Deep web come “la faccia oscura della Rete”: in 7 anni, dal 2012 a oggi, le segnalazioni sono state 47.421, mentre i link del Deep web segnalati nel 2019 sono stati 272. “Si tratta di una cifra impressionante e in aumento perché, molto semplicemente, permette una libertà di movimento che la Rete ‘pubblica’ non offre”.
Osservando la collocazione geografica dei domini dei siti attraverso i quali circola materiale pedopornografico, Meter indica al primo posto l’isola di Haiti, con 640 link (dominio .ht); al secondo posto la Francia, con 484 link (dominio .fr); al terzo posto, con 410 link, la Nuova Zelanda (dominio .nz).
“Si comprende che il fenomeno è su scala mondiale, nessun continente risulta immune, 30 sono le nazioni coinvolte”. La fascia di età delle vittime nel corso del 2019, secondo l’associazione, è quella dei bambini tra gli 8 e i 12 anni con 5.742.734 fotografie rilevate.
Nel 2019 il Centro di ascolto Meter ha accolto 142 richieste di aiuto per parenti inseriti in gruppi settari a sfondo sessuale e per ragazzi che decidono di escludersi dal mondo e di rinchiudersi nella propria camera, anche per mesi o per anni, con l’unica compagnia degli strumenti tecnologici e della rete internet.