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Venerdì 22 luglio, alle 19, l’ex chiostro dei francescani di Turi - grazie alla consueta ospitalità dell’associazione “I Vecchi Tempi” - farà da cornice alla presentazione del volume “Acqua, risorsa preziosa e fonte di vita - La grande voragine di Turi, storia e geologia”, scritto da Alessandro Reina, geologo e ricercatore del Politecnico di Bari, e da Stefano de Carolis, giornalista e ricercatore storico.

 

 

 

Durante la serata, sarà inaugurata anche l’omonima mostra fotografica, fruibile nei giorni successivi presso l’androne del Palazzo di città.

La monografia, attraverso documenti d’archivio e fotografie d’epoca, ricostruisce la storia di Largo Pozzi, rilevando l’importanza che le cisterne pubbliche hanno avuto nella vita quotidiana della popolazione turese prima dell’inaugurazione dell’Acquedotto Pugliese (1924). Il saggio, oltre a ripercorre il dramma ciclico dei periodi di siccità, si sofferma sull’inedito studio scientifico condotto dal geologo Alessandro Reina, riportando la testimonianza di Vito Grazio De Grisantis, spettatore oculare della nascita della “grave”. Un racconto, quello del nostro concittadino, che si qualifica come la prima e unica testimonianza in tutta la letteratura scientifica del fenomeno geologico noto come “sinkhole”.

«Con competenza e sincero slancio intellettuale - commenta il primo cittadino, Tina Resta - gli autori hanno fatto parlare le pietre di Largo Pozzi, narrandoci l’incubo della siccità, stigma di una terra perennemente assetata; descrivendo lo sconcerto delle alluvioni, che tutto travolgono in un istante; rievocando la dignitosa fatica quotidiana delle portatrici d’acqua assieme agli usi dei nostri avi».

Il presidente del Rotary, Franco Mercieri scrive: «questa iniziativa, a mio avviso, ha una doppia valenza. La prima è quella di migliorare la conoscenza della nostra storia, la seconda è di carattere simbolico nonché educativo legato all’attualissimo tema dello ‘sviluppo sostenibile’ e riguarda l’utilizzo corretto della risorsa  ‘acqua’».

«Questo libro – evidenza il prof. Reina – racconta la storia di un paese agricolo come Turi che si è affidato per secoli alla capacità e all’ingegno dei suoi cittadini nel realizzare strutture per l’accumulo e il reperimento dell’acqua, poi si è trovato a dover convivere con un dissesto idrogeologico e poi nel progettare la riqualificazione del suo territorio».

«Auspico di cuore - aggiunge Stefano de Carolis – che la conoscenza storica, e soprattutto scientifica, possa permettere di non reiterare gli errori del passato e di tutelare adeguatamente il sito di Largo Pozzi, che per millenni ha scandito le sorti della popolazione turese e degli antichi popoli che, a partire dell’età peuceta, si sono stanziati in prossimità dell’area proprio per la presenza dell’acqua».

Il volume, edito dall’aps Carta Bianca e patrocinato gratuitamente dal comune di Turi, è stato realizzato in collaborazione con l’associazione culturale “La faldacchea di Turi” e la testata giornalistica “La voce del paese”, che si impegnerà a distribuire il saggio in allegato gratuito alla prossima pubblicazione del mensile, prevista per il 13 agosto.

 

 

 

 

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