Collocata sul colle detto “del Vaglio”, nella parte meridionale dell’antica acropoli di età messapica, la cattedrale di “Santa Maria Assunta” di Oria, sorge sul luogo della precedente cattedrale di epoca romanica, demolita in seguito al terremoto del 1743.
La costruzione dell’attuale edificio, avviata nel 1750 su progetto dell’architetto e ingegnere napoletano Giustino Lombardi, fu realizzata ad opera di maestranze locali. Per finanziare i lavori, il vescovo Castrese Scaja, vendette per 8000 ducati due colonne di marmo pregiato, facenti parte del vecchio edificio, al re Carlo III di Borbone, che le utilizzò per la cappella della Reggia di Caserta. I lavori furono ultimati nel 1756. La facciata, scandita in due ordini e tripartita verticalmente da doppie coppie di paraste con capitelli corinzi, è realizzata in carparo locale, mentre la trabeazione ed i fregi sono in pietra calcarea. L’ordine superiore, raccordato a quello inferiore da una finta balaustra, interrotta al centro da un finestrone con motivi rococò, è coronato da un timpano mistilineo, privo della cimasa, crollata il 21 settembre 1897 a causa di un violento ciclone. Sulla sinistra si eleva la torre dell’orologio, caratterizzata da un elegante campanile a vela, anch’esso di gusto rococò. Oltre il prospetto, s’intravedono la mole della torre campanaria e la bella cupola, coperta da mattonelle in ceramica policroma e da un lanternino a bulbo. Proseguendo lungo il fianco destro dell’edificio, si può accedere ad un ipogeo, costituito dalle cripte, un tempo adibite a sepolcreto per i vescovi, oggi utilizzate per conservare numerosi reperti archeologici. L’interno, a croce latina, è diviso in tre navate con cappelle laterali: le pareti sono interamente rivestite da una decorazione a marmi policromi e stucchi, che rinvia al gusto rococò che informa l’intero edificio. Lungo la navata di sinistra, dalla cappella del Battistero dove è collocato il fonte voluto dal vescovo Montefusco (1894), si accede all’oratorio dell’Arciconfraternita della Morte e, di qui, alla cripta detta “delle mummie”, dove si conservano i corpi mummificati di alcuni confratelli di varie epoche.
Tra i numerosi arredi sacri, particolare interesse riveste l’urna con le reliquie dei santi protettori della città, i Santi Medici e, soprattutto, San Barsanofio anacoreta, le cui reliquie, secondo la tradizione, giunsero in città intorno alla metà del IX secolo, portate dalla Palestina da un monaco che voleva salvarle dalla distruzione saracena per volere del Papa Giovanni Paolo II, nel 1992, la cattedrale è stata elevata a Basilica Pontificia Minore.