“Pace in terra agli uomini amati di buona volontà, cantano gli Angeli nella Santa Notte di Natale. Quest’anno, tuttavia, a motivo della guerra che imperversa in terra d’Ucraina e in tante parti del mondo, il boato delle armi, con il loro micidiale canto di morte, sovrasta la soavità delle melodiche canzoni natalizie”.
“Eppure, cari ragazzi e ragazze, il miracolo della pace in tempo di guerra, a Natale, è sempre possibile e la storia ce ne ha dato una suggestiva testimonianza che mi piace restituire al cuore di ognuno di voi, quale augurio di pace”. Lo scrive il vescovo di Castellaneta, mons. Sabino Iannuzzi, nel messaggio natalizio agli studenti, ricordando la tregua di Natale durante la Prima Guerra mondiale, nel 1914. Soldati tedeschi e inglesi “stettero insieme nell’unica trincea, cantando e condividendo i pochi viveri; poi con degli stracci fecero una palla e giocarono a calcio e si divertirono come bambini. Nell’alba limpida e fredda del giorno di Natale non ci fu nessuna sparatoria e nessun uomo perse la vita. Regnava la pace!”, ma “i comandanti di entrambe le parti non approvarono e punirono duramente quei soldati e condannarono il loro gesto di pace. E la guerra continuò…”. Il presule evidenzia: “Se invece gli uomini avessero potuto obbedire al loro intimo desiderio di amicizia e di pace, se la tregua natalizia non fosse stata bruscamente repressa, sarebbero stati salvati 9 milioni di giovani”.
Rivolgendosi agli studenti, mons. Iannuzzi chiede loro in questo Natale “di pregare e di cantare forte e tutti insieme la pace, perché possa giungere anche al cuore di chi detiene le sorti della Terra. La potenza dell’amore di Dio pieghi la durezza dell’uomo e, in un mondo lacerato da lotte e discordie, guerre e divisioni, lo renda disponibile alla riconciliazione”. “Nella notte di Natale vi chiedo di unirvi alla mia preghiera, a quella di tutti i miei sacerdoti e delle comunità cristiane che, riuniti in preghiera nelle chiese della nostra diocesi, celebreranno la nascita del Salvatore, perché lo Spirito Santo agisca nell’intimo dei cuori, i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano e i popoli, le religioni e le culture, si incontrino nella concordia”, aggiunge. “Solo così daremo gloria a Dio nei cieli e assisteremo alla nascita di una nuova umanità, nella cui prospettiva sognare e investire tutto il vostro futuro”, conclude il vescovo.