Un abbraccio paterno. È così che si potrebbe definire il messaggio (sotto la versione integrale) che mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano ha voluto inviare nel Giovedì Santo ai suoi preti.
Nella paterna tenerezza e nell’attenzione pastorale che gli sono proprie, li invita a compiere interiormente ciò che tutti i sacerdoti fanno durante la celebrazione della messa crismale e che è il rinnovo delle promesse sacerdotali.
Nuovo il luogo: non dinanzi al vescovo, non dinanzi ad una assemblea radunata nella chiesa madre della diocesi, ma nel segreto del proprio cuore, in quella cella vinaria dove Cristo-Sposo ci ammanta con il vessillo dell’amore.
Mons. Renna utilizza la categoria di memoria per riportare i propri sacerdoti a guardare allo stupore di quanto accaduto nel giorno della ordinazione sacerdotale, esortandoli a rinvigorire quei propositi che, forse, l’usura del tempo o la routine di quanto si vive nell’esercizio del ministero, hanno potuto far cadere nella ovvietà.
Mai come in questo tempo storico, osserva il pastore della diocesi di Capitanata, si sperimenta quanto grande sia la missione del prete, chiamato per amore, ad essere cercatore di cuori assetati di Dio con pazienza, con tenacia, con umiltà ma con l’unico grande desiderio che tutti possano dire “ho visto il Signore” (Gv 20,18).
Come in una orchestra, è necessaria la simbiosi tra musicisti e direttore, dopo aver parlato ai suoi più stretti collaboratori nel ministero pastorale, il vescovo Luigi Renna mette sé e la sua azione dinanzi al Signore: chiede preghiera per poter servire per amore, domanda misericordiosa comprensione per tutte quelle volte in cui “non ha saputo servire con amore”.
Cor ad cor loquitur: è qui che nasce l’amore; è qui che si diventa Chiesa, quella che tutti siamo chiamati ad edificare con la parola e con le opere.