Dalle diocesi nelle quali il card. Salvatore De Giorgi ha svolto il suo ministero episcopale sono giunti numerosi messaggi augurali che Portalecce volentieri condivide con i lettori.
ORIA
“Consapevole che, nella carità sacerdotale, nell’unione con i sacerdoti, il vescovo è veramente padre, vi dico: io sarò per voi sempre un fratello e un amico” (dal discorso di ingresso nella diocesi di Oria, 05.01.1974).
Rileggendo oggi il programma del suo ministero episcopale, così chiaro già dal suo primo discorso, siamo convinti dai fatti che il card. Salvatore De Giorgi ha dato tantissimo del suo cuore di vescovo a noi sacerdoti. A volte erano gesti semplici che manifestavano una grande umanità, la quale, illuminata e forgiata dalla grazia, si era trasformata in carità. Sempre pronto al dialogo e all’ascolto, è stato vicino a noi sacerdoti, senza distinzione alcuna tra vicini e lontani, giovani e anziani; e, se qualche preferenza ha avuto, è stata per coloro che per l’età o la malattia erano immobilizzati ed isolati nelle proprie case.
Ha avuto cura tutta particolare per la formazione spirituale, pastorale e culturale dei presbiteri, così da essere pronti e uniti per il “Rinnovamento delle nostre parrocchie”, fedele alle autentiche innovazioni della Chiesa, contro rischi di indebite innovazioni e arbitrarie interpretazioni. Sussidio preziosissimo è stata la Guida pastorale diocesana (1979).
Questa festa per il novantesimo genetliaco del carissimo ed eminentissimo card. Salvatore De Giorgi è per tutti occasione di preghiera, affetto, augurio di ogni bene e ringraziamento, soprattutto per noi (e siamo tanti da aver positivamente colpito Papa Francesco, nella giornata trascorsa insieme a Roma, il 26 giugno 2013), che da lui siamo stati ordinati sacerdoti.
don Franco Dinoi
FOGGIA
Il venerando genetliaco del card. Salvatore De Giorgi, non può che suscitare un profondo ringraziamento a Dio per aver donato alla Chiesa questo suo “servo buono e fedele”, pastore secondo il cuore di Cristo, maestro e guida di generazioni di presbiteri e fedeli laici.
La nostra Chiesa diocesana lo ricorda con particolare affetto, quale 11° vescovo e 2° arcivescovo di Foggia, 73° vescovo di Bovino e 1° arcivescovo metropolita di Foggia-Bovino, per averla guidata con grande zelo apostolico dal 1981 al 1987.
A lui, tra le tante cose, si deve il riconoscimento dell’Istituto superiore di scienze religiose “Giovanni Paolo II”; con lui inizia l’esperienza diocesana della formazione e istituzione dei Ministeri laicali del lettorato e dell’accolitato e, successivamente, del diaconato permanente.
Fu lui a sollecitare la visita pastorale in Capitanata di Giovanni Paolo II e, quindi, ad accoglierlo a Foggia il 24 maggio 1987, in un tripudio di fede e di gioia.
Al card. De Giorgi voglio esprimere la mia personale gratitudine per avermi accompagnato paternamente, sin dal 2° anno di seminario teologico, al sacro ordine del presbiterato (23 giugno 1984) e guidato i miei primi passi nel ministero pastorale.
A lui devo la mia profonda sensibilità liturgica e la possibilità degli studi presso il Pontificio istituto liturgico “S. Anselmo”, che mi hanno permesso di meglio servire la diocesi con la promozione e l’animazione di una più consapevole partecipazione dei fedeli alla liturgia, “culmine e fonte” della vita della Chiesa (SC 10).
Sarebbe molto difficile elencare tutti i motivi per cui innalzare al Signore il nostro Magnificat per il dono della vita, della consacrazione e della missione apostolica del carissimo card. Salvatore De Giorgi, al quale non posso che augurare ancora vita e salute, nella certezza che per lui è riservata la ricompensa evangelica: “Bene, servo buono e fedele… entra nella gioia del tuo Signore” (Mt 25, 21).
don Antonio Sacco
TROIA
Gli auguri al card. Salvatore De Giorgi giungano anche da Troia essendo egli stato, per circa cinque anni, pastore di questa porzione di Chiesa, fino a quando, cioè, nel 1986 questa diocesi non venne unita a quella di Lucera. È ancora vivo il ricordo dell’azione paterna e pastorale dell’arcivescovo De Giorgi. Ancora molto giovane, portò in mezzo a noi la freschezza del Concilio e la gioia della missione.
Oggi giunto alla veneranda età di 90 anni anche la Chiesa che è in Troia loda e ringrazia il Signore per il passaggio tra le sue contrade di un pastore saggio e illuminato. Egli continui a donargli salute e slancio pastorale per continuare a seminare la sua Parola e a donare misericordia e pace.
don Pio Zuppa
BOVINO
È con gioia che la vicaria di Bovino si unisce al coro di tanti per i 90 anni del carissimo e stimatissimo padre card. Salvatore De Giorgi.
Pastore amabile e zelante e attento alle persone ha dimostrato sempre un forte amore per questa piccola diocesi che lui ha servito cin letizia e con affetto.
Tutti i paesi della diocesi Bovino, Deliceto, Accadia, Panni, Castelluccio dei Sauri, Sant’Agata di Puglia e Monteleone di Puglia ricordano con gratitudine le sue visite pastorali, i suoi incontri con le famiglie, gli anziani. I malati, i giovani e i bambini e anche dopo il suo trasferimento, ha sempre accettato con piacere e disponibilità a ritornare in questi luoghi.
Come non ricordare l’anno scorso la sua venuta a Panni per il 125° anniversario dell’incoronazione della statua della Madonna del bosco.
La sua partecipazione a bovino per i festeggiamenti in onore della Madonna di Valleverde, santuario da lui amato e benedetto con la venuta del Santo Padre San Giovanni Paolo II e infine a Monteleone di Puglia per la visita fraterna e famigliare ad un sacerdote infermo don Giovanni Volpe.
Il Signore fonte e autore della vita lo sostenga e lo protegga per molti anni.
La nostra Chiesa ha bisogno di testimoni come il card. De Giorgi.
Anch’io ringrazio il Signore perché attraverso le sue mani ho ricevuto il sacramento della cresima e mi accolto in seminario in prima media nel 1986.
don Domenico Guida
TARANTO
Sento il dovere di inserirmi nel coro di auguri che stanno giungendo al card. Salvatore De Giorgi in occasione del suo novantesimo compleanno.
Scelgo l’espressione che ritengo più bella e pronunciata da Papa Francesco, nel giugno 2013 in una piazza San Pietro particolarmente affollata per l’udienza generale, per spiegare il perché di tutto quest’affetto.
Il Papa indicò il cardinale ai presenti, in occasione del sessantesimo anniversario di sacerdozio, come un “Padre che ha fatto tanto bene alla Chiesa”.
Lo ricordo così anch’io, nel breve periodo che ha trascorso a Taranto: una paternità autentica, leale, costruttiva, fondata non solo su sentimenti umani ma soprattutto sul vangelo.
La memoria di quanto ho ricevuto da lui mi porta a formulare tanti cari auguri con affetto filiale e devozione.
don Antonio Rubino
PALERMO
Più elementi hanno costituito il ministero episcopale a Palermo del cardinale Salvatore De Giorgi dal 1996 al 2007 e in qualità di suo segretario particolare ho avuto modo di apprezzarli: la sua forte spiritualità, l’impegno, il desiderio, la necessità di una forte intimità col Signore. È stata una grande lezione, che ha lasciato il segno nella mia vita, secondo lo Spirito di comunione che ha sempre alimentato nel rapportarsi con il presbiterio. Tanti cari ricordi porto nel mio cuore di quante situazioni anche un po’ difficili ha cercato di superare e di colmare attraverso l’amore. Diceva sempre il cardinale: “Don Filippo, l’amore vince sempre” e sono testimone davvero che questo suo grande amore dal cuore di pastore autentico ha superato quelle difficoltà umane che nel rapporto si possono venire a creare tra un vescovo e un presbitero. Ho tanti cari ricordi che mi hanno aiutato nel ministero sacerdotale di una bellissima testimonianza che il cardinale ha lasciato nel cuore dei sacerdoti di Palermo.
Infine, il cardinale credeva molto negli organismi sinodali della diocesi con i presbiteri ma anche con i laici. Aveva sempre un impegno che voglio ricordare nel seguire le tante associazioni della diocesi: è la sua continua e costante presenza nei raduni. Erano occasioni per dare l’impronta ai suoi interventi in continuità con il Concilio Vaticano II secondo quei dettami che ci fanno sentire Chiesa. Con gratitudine condivido questi ricordi che ho nel mio cuore e che con gratitudine offro al Signore nel suo 90esimo compleanno. Gli auguro non soltanto di arrivare a 100 anni ma prego perche il Signore continui a concedergli tutti quei doni per una vita bella, spesa per Lui e per la Chiesa. Questo è l’augurio che gli rivolgo e come suo figlio chiedo la benedizione.
don Filippo Sarullo