In questi ultimi tre mesi di pandemia, ho avuto modo di parlare con genitori, famiglie e anche insegnanti.
Sono tutti, indifferentemente, sopraffatti dalla fatica e dalla frustrazione dovuta all'insegnamento on-line, che impegna tante ore al giorno.
I genitori sono frustrati perché notano una diversità di apprendimento, gli insegnanti perché non possono avere la certezza di essere davvero utili. Le famiglie sono stanche, come anche gli insegnanti.
Credo che la scuola non è più scuola senza la presenza fisica. La socialità didattica ha bisogno di realizzarsi "in presenza". Tutti noi abbiamo vivo nel ricordo e nella memoria alcune materie collegate all'insegnante.
Spesso se è sgradevole l'insegnante diventa sgradevole la materia. Il mio plauso personale va a tutti quegli insegnanti che hanno saputo stimolare la didattica, attraverso le novità, in una situazione del tutto nuova, imprevedibile ed asettica.
Certo è che non si impara e non si insegna se non ci si a appassiona, e l'insegnamento è una passione. Coraggio ragazzi, famiglie, genitori e professori, si ritornerà alla normalità.