Manuel Scavone, in sala stampa, ringrazia tutti coloro i quali gli sono stati vicino. “I vostri messaggi mi hanno riempito il cuore”. Assieme al centrocampista giallorosso, il presidente Saverio Sticchi Damiani e l'equipe medico-sanitaria che lo ha brillantemente soccorso ed aiutato a riprendersi.
Viso rilassato, tranquillo. L'affetto nei suoi confronti è stato tanto in questi giorni e tutti non vedono l'ora di rivederlo sul rettangolo verde. Certo, ci vuole pazienza. Il recupero dovrà seguire una precisa tabella di marcia ma Manuel Scavone, mentalmente parlando, è già in campo. Lo testimoniano le parole pronunciate da egli stesso questa mattina, al “Via del Mare”, durante una conferenza. E, soprattutto, nella seduta pomeridiana d'allenamento, è già andato a trovare i compagni di squadra, impegnati a preparare il prossimo match in trasferta, a Venezia.
LECCE, UNA GRANDE FAMIGLIA
In primis, a ringraziare tutto il personale intervenuto venerdì sera a seguito dell’infortunio al calciatore, è stato il presidente Saverio Sticchi Damiani. Il numero uno della società di via Costadura ha definito “di serie A” l'interno staff medico e sanitario, peraltro presente nella sala stampa “Sergio Vantaggiato”. Hanno infatti raccontato e spiegato il loro intervento il dott. Giuseppe Palaia, il dott. Giuseppe Congedo, il massofisioterapista Graziano Fiorita, il dott. Antonio Tondo (cardiologo), il dott. Maurizio Tiano (rianimatore), il dott. Maurizio Scardia (direttore centrale operativa 118 provinciale) e Antonio Zecca (presidente C.R.I. Lecce). Da sottolineare il sincronismo e la coordinazione di tutto l'apparato organizzativo durante quei concitati momenti. Ognuno ha fatto qualcosa per rimettere in sesto Manuel.
I RINGRAZIAMENTI DI MANUEL
“Non sono molto bravo con le parole ma tengo a ringraziare tutto il popolo giallorosso - le prime parole di Manuel Scavone - perché in questi giorni mi sono arrivati tantissimi messaggi, a testimonianza della loro vicinanza e questo mi ha riempito il cuore. Ringrazio anche chi settimanalmente affronto sul campo come avversario, son stati tanti a farsi sentire e questo mi ha fatto tanto piacere. Un ringraziamento sentito va alla famiglia del Lecce. Tante volte si usano parole che poi non corrispondono alla realtà, ma non è il nostro caso. Tutta la società mi è stata vicina e questo mi ha dato una grossa forza”. Quella giallorossa è una grande famiglia, nello spogliatoio c'è unità e, in determinate situazioni, certi dettagli emergono. “Sicuramente non c’era bisogno di questa brutta avventura per capirlo - ha poi proseguito Manuel - ma siamo un gruppo fantastico. Un ringraziamento, non certo per ultimo, va a tutte le persone che sono intervenute in mio soccorso. Ho avuto modo di rivedere le immagini dello scontro. Mi sembra come se fosse successo ad un’altra persona. Di venerdì sera ricordo solo il minuto di silenzio e il fischio d’inizio. Ora vedremo un po’ per i tempi di recupero, il mio auspicio è che possano essere il più breve possibile”.
“Un evento traumatico che, comunque, ha lasciato degli strascichi, ovvero una lussazione acromion claveare”, ha specificato il dott. Congedo. “Nei prossimi giorni avverà una nuova consulenza specialistica ortopedica. Da lì si dovrà comprendere se intervenire oppure no”.
ANCORA UNA PRECISAZIONE
Un concetto fondamentale (peraltro già comunicato nei giorni scorsi dall'U.S. Lecce attraverso una nota) è stato ribadito più volte per precisare il protocollo contenente le dovute operazioni di soccorso in casi come quelli accaduti durante Lecce-Ascoli: l'ambulanza serve soltanto alla fine dell'evento trattato, non appena ristabiliti i parametri vitali dell'atleta/paziente. Probabilmente, potrebbe risultare molto più pericoloso farla intervenire mentre le condizioni appaiono critiche; ciò perché se il primo soccorso viene effettuato bene, la prognosi successiva risulterà migliore. Quando non parte l'ambulanza, in presenza del medico, dunque un motivo c'è. Nel caso di Manuel, una volta compreso che la situazione - sia dal punto di vista della frequenza che dell'ossigenazione - fosse a buon punto, allora vi è stata la decisione di andare in ospedale, con tutti gli accertamenti successivi del caso.