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«Gol non fatti, gol subiti»: è dura legge del calcio e il 2 a 0 rimediato dal Lecce, sul terreno del «Giovanni Zini» contro la Cremonese, ne è una riprova, per aver colpito sonoramente ben due pali, uno per tempo, senza contare i corner e i numerosi cross in area.

I lombardi, con soli due tiri in porta, si sono ripreso il 2 a 0 che i salentini gli avevano rifilato, al Via del Mare il 25 novembre dello scorso anno con le reti di Falco e La Mantia.

Cartellini giallo-rossi

Proprio quel La Mantia che, ingiustamente, a pochi minuti dal fischio d’inizio, si è beccato un cartellino giallo che, in un certo senso, ha influito psicologicamente tarpando le ali alle legittime aspettative di vittoria fuoricasa, che ormai non avviene da oltre due mesi (dal 26 gennaio, con la vittoria 2-1 a Salerno). Ecco allora che la «paura di vincere» si è sostituita con la «paura di perdere», come nell’occasione dell’altro cartellino, questa volta rosso che ha decretato l’espulsione del portiere

Vigorito.

Inferiorità numerica ma non tecnica

Se invece di una gara di calcio fosse stato un incontro di box, il Lecce avrebbe certamente vinto ai punti. I padroni di casa non hanno dimostrato doti eccezionali, sebbene coriacei e fallosi, mentre i ragazzi di mister Fabio Liverani hanno macinato gioco, contando sulle proprie forze, letteralmente dominando e facendo ben sperare i quasi tremila tifosi giunti a incoraggiare i propri beniamini sino a Cremona (da Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ma anche dalla Svizzera e dalla Germania e dal Salento, con pullman e mezzi privati).

Interruzioni

Il Lecce, dopo cinque risultati utili di fila e andando sempre in gol di ben 15 partite consecutive, cade contro l’undici di mister Massimiliano Rastelli e interrompe questa serie positiva. I giallorossi restano comunque saldi al secondo posto a -3 dal Brescia, con il Palermo che cercherà di riavvicinarsi nel posticipo di domani contro l’Hellas Verona.

Spettacolo

I salentini si sono confermati «squadra ammirata» nella serie cadetta per qualità di gioco. Ma non è stata sufficiente la bravura, occorreva più cattiveria e decisione per continuare ad alimentare il sogno-promozione. Caratteristiche che saranno ancor più necessarie nelle cinque partite che mancano al termine del campionato.

Gli avversari

Reduce da quattro risultati utili e tra le formazioni candidate alla promozione (almeno a inizio torneo), la Cremonese ha fatto di tutto per colmare il suo bisogno di punti per salvarsi e proprio in casa ha costruito il suo bottino maggiore (battendo big come Palermo e Benevento e fermando il Verona sul pari).

 

E noi

Non è servito per noi avere il secondo migliore attacco della categoria. Ci è mancata l’opportunità, non certo il coraggio e la «dea bendata» ha fatto il resto, voltandoci le spalle. Non è bastato Meccariello che, avendo scontato la squalifica, è tornato a fare coppia con Lucioni al centro della difesa. Non è stato sufficiente la cabina di regia di Tachtsidis, sceso in campo dal primo minuto, né il pressante attacco di Palombi, e la sostituzione di Falco al posto di Tabanelli.

Panchina prossima ventura

Intanto per il prossimo turno, quando il Lecce ospiterà il Carpi (sabato 13, alle 15), Liverani dovrà fare a meno certamente di La Mantia (già diffidato) e del titolare Vigorito (che quasi sicuramente prenderà una giornata di squalifica) e, speriamo no, anche del dolorante Calderoni (già sostituito da Marino). Speriamo nel rientro di Tumminello e forse pure di Scavone.

Chissà, la lotta per riprendersi la vetta della classifica è ancora lunga. E dura. Intanto domani alle 15 già al lavoro ad Acaya per preparare la prossima “battaglia”.

 

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