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Ha destato una profonda commozione in tutta la comunità leccese delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori e tra i fedeli della parrocchia di Santa Rosa in Lecce, alla quale era fortemente legata, la partenza per il cielo, proprio alla vigilia della solennità dell'Ascensione, di Suor Marina Angelica Genoino.

 

 

 

La religiosa ha concluso la propria esistenza terrena presso l'ospedale "Vito Fazzi", dove era ricoverata in seguito all'aggravarsi delle sue condizioni cliniche, purtroppo senza la vicinanza fisica delle consorelle, impedita dalle note restrizioni sociali imposte per motivi sanitari, ma certo avvolta dal loro abbraccio spirituale. Appresa la notizia, la Madre Generale, Suor Ines De Giorgi, ha indirizzato alla comunità un intenso messaggio. "Ho avuto la gioia di trascorrere con Suor Marina gli anni giovanili, anni di formazione e di studio, di entusiasmo e di progetto di vita - si legge nella circolare giunta dalla curia generalizia - l'ho conosciuta da vicino, ho sperimentato la bellezza dell'amicizia spirituale, la ricchezza del confronto reciproco, il desiderio di andare avanti nella fedeltà perseverante alla vocazione. Il principio fondamentale che ha ispirato la sua vita, mosso le sue scelte personali e comunitarie, guidato il suo discernimento è stato sempre il desiderio di ricercare il Signore, di piacere a Lui solo, vivendo alla Sua presenza, ponendosi alla Sua scuola per diventare discepola della Parola e dell'Eucarestia e testimone nella missione. ‘Mostrami il tuo volto, Signore’: questo desiderio è stato la nota dominate della sua vita, vissuta spesso nella sofferenza delle sue fragilità. Quando il desiderio di Dio, però, rimane l'obiettivo del cammino esistenziale, si ricomincia ogni giorno con coraggio e si prosegue nella vita dello spirito con abbandono alla grazia".

Particolarmente sentito anche il ricordo di Suor Nicla Chianura: "Si potrebbe definire Suor Marina una religiosa che ha incarnato pienamente il carisma di San Filippo Smaldone. Era una personalità aperta, accogliente, ricca di entusiasmo. Riusciva con gioia e disponibilità a coniugare preghiera e lavoro. La corona del rosario stretta tra le mani l'ha aiutata a superare le sofferenze del corpo e dello spirito".

Come le vergini sagge della parabola evangelica, così San Filippo immaginava le sue figlie e così possiamo credere sia stato per suor Marina nel momento in cui avrà incontrato il padre fondatore della sua famiglia religiosa e soprattutto il suo sposo celeste.

 

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