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In occasione dell’evento “Dai un calcio alla povertà” svoltosi lunedì scorso 20 febbraio, al teatro Apollo di Lecce, il Liceo artistico e coreutico “Ciardo-Pellegrino” ha presentato un cortometraggio realizzato interamente dai ragazzi dell’indirizzo audiovisivo e multimediale che sono diventati autori, registi, montatori e produttori di “Speranze di futuro”.

 

 

 

Il prof. Maurizio Madaro, loro docente di laboratorio di audiovisivo, ha accolto l’invito dell’organizzatrice dell’evento, Patrizia Buccetti, a produrre un cortometraggio (GUARDA)  realizzato dai suoi allievi, per l’esattezza la classe 5°G, con la quale il professore ha cominciato subito a ragionare su una possibile chiave narrativa. Il gruppo di ragazzi ha ideato una possibile struttura che mettesse in evidenza non lo stereotipo della "povertà" bensì qualcosa che evidenziasse la voglia di fare, la determinazione a non vivere di assistenzialismo, la speranza di un possibile futuro.

I ragazzi hanno poi cominciato a cercare i testimonial di questa traccia narrativa e li hanno trovati con l’aiuto della Caritas diocesana, di segnalazioni varie e grazie all'azione di ricerca attivata degli stessi allievi di Madaro. Dopo la fase di pre-produzione ideativa il corto è stato poi realizzato in meno di una settimana, tra riprese e montaggio. Niange Hassan e Abdeladim Hafdy hanno raccontato le loro storie di lotta e rinascita, il loro “calcio” alla povertà.

Niange è arrivato 25 anni fa in Italia dall’Africa “vedendo l’Europa come un paradiso” dove ha comunque dovuto lottare per integrarsi e poi finalmente impegnarsi per rendersi autonomo come mediatore culturale con la sua nuova famiglia, i ragazzi della squadra di calcio di Carmiano.

Abdeladim, arrivato anche lui in Italia nel 2018 e che nei primi mesi ha trovato tanta difficoltà soprattutto a comunicare con gli altri si è poi realizzato come cuoco seppur in tante difficoltà soprattutto coi datori di lavori fino ad arrivare a diventare lo chef della mensa della Casa della carità. Attraverso il calcio, attraverso l’impegno e il sacrificio, si trova l’integrazione, l’ascolto, il confronto e il riscatto dalla povertà, quella povertà che non è solo “chi non ha da mangiare” ma chi trova il proprio senso della vita insieme agli altri, la vera ricchezza e felicità, perché, come viene citato al termine del cortometraggio: “Non esiste povertà che non avere amore da dare” (Madre Teresa di Calcutta).

 

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