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Oggi 2 maggio è il giorno dello svelamento e della benedizione, nella basilica di Santa Croce in Lecce, della cappella barocca dedicata a San Francesco di Paola restituita alla sua originale bellezza grazie al sostegno economico di Monteco spa, azienda non nuova a generose donazioni per il recupero dell’arte e della storia sacra del Salento.

 

 

 

Sarà l’arcivescovo Michele Seccia alle 19,30 con il parroco, mons. Mauro Carlino alla presenza delle autorità civili e militari e dal titolare di Monteco spa, Mario Montinaro, a svelare e benedire (SCARICA IL SUSSIDIO DELLA CERIMONIA) il gioello barocco opera - tra il 1614 e il 1615 - dell’architetto-scultore Francesco Antonio Zimbalo che, come in un fotoracconto composto da sei formelle in altorilievo, racconta alcuni episodi emblematici della vita del santo fondatore dell’Ordine dei Minimi (LEGGI).

L’iniziativa di restauro partita - quando la basilica era ancora retta dall’ex parroco, mons. Flavio De Pascali - dall’Ufficio beni culturali della Curia leccese (responsabile l’arch. Giorgio Rizzo) con la Fondazione Splendor fidei (presidente mons. Antonio Montinaro) e autorizzata dalla Sovrintendenza di Lecce (coordinatrice Luisa Rosato), è stata economicamente sostenuta in buona parte da Monteco spa. Con la consulenza scientifica di Brizia Minerva, i lavori di reatauro sono stati materialmente eseguiti in circa sei mesida Ianuaria Guarini e Gaetano Martignano. “Il restauro dell’altare di San Francesco di Paola - hanno spiegato i restauratori Guarini e Martignano - puntava a risanare dissesti e parti pericolanti di cornici e modellato, e restituire a questa fondamentale, primitiva opera di scultura barocca, la veste originaria che a partire dai rimaneggiamenti ottocenteschi, è stata offuscata e alterata. Difatti l’altare è stato completamente ricoperto da stratificazioni di varia natura che hanno progressivamente inglobato il raffinato intaglio ottundendone gli effetti plastici e luministici e coprendo il colore originale, la cui presenza si evince dai saggi di pulitura che sono stati realizzati. L’altare è inoltre stato fortemente danneggiato dalla fuoriuscita di sali che hanno comportato il degrado e la perdita di materia originale, lacune e mancanze di modellato dovute all’usura sono diffuse e presenti specie nella parte inferiore”.

“Si trattava di mancanze - hanno sottolineato - anche molto importanti integrate con parti in terracotta e mimetizzate con strati pigmentati. Una tecnica questa utilizzata da maestri cartapestai leccesi che, come suggerisce Brizia Minerva, venivano spesso ingaggiati per lavori di restauro ‘integrativo’ sia sugli altari e sculture in pietra che sulle grandi statue lignee. Oggetto di restauro è stata pure la grande tela ottocentesca raffigurante San Francesco di Paola, posta al centro dell’altare per ricoprire la nicchia che in origine ospitava, come scrive l’Infantino, la scultura in pietra del santo calabrese, le cui vicende legate alla famiglia Cicala che aveva commissionato l’altare, hanno portato ad una diversa collocazione della statua”.

Durante il restauro è stato ritrovato un antico cubiculo dove per secoli è stata conservata la reliquia del santo, che, però, nel corso del tempo, è andata perduta, forse trafugata. Ma l’arcivescovo Seccia ha posto rimedio anche a questa assenza: dal Vicariato di Roma è stata donata alla basilica di Santa Croce la sacra reliquia che, nel corso dell’inaugurazione, verrà proposta alla venerazione dei fedeli, prima di essere nuovamente riposta lì dov’era anticamente.

 

Negli scatti di Arturo Caprioli, l’avvio dei lavori nel settembre 2022.

 

 

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