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“Con solerzia e costanza, Ti stai impegnando a far comprendere come la dedicazione di una chiesa non sia un rito esteriore da seguire, bensì una celebrazione da vivere e a cui attingere per fare esperienza nella grazia del Signore, che, tra le case degli uomini, si presenta come l’Emmanuele, cioè il Dio vicino a noi”.

 

 

 

Con queste parole l’arcivescovo metropolita mons. Michele Seccia ha accolto il programma  di cammino pastorale per il biennio 2020-2022, redatto da don Fernando Doria e dalla comunità parrocchiale San Vincenzo De’Paoli, di cui è guida, in attesa che sia definitivamente pronta la nuova splendida chiesa in costruzione.

Un programma che parte dal 2016, traducendo le parole del Credo, momento essenziale della liturgia, in spunti di riflessione per un percorso di fede consapevole: “Credo la Chiesa costruita su Cristo, unica roccia” (anno pastorale 2016); “Credo la chiesa fondata sugli Apostoli” (anno pastorale 2017); “Credo la Chiesa Santa” (anno pastorale 2018); “Credo la Chiesa una e cattolica” (anno pastorale 2019-2020).

Filo rosso del nuovo biennio: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini. Vieni ti mostrerò la fidanzata, la sposa dell’Agnello”, dall’ “Apocalisse” (21) di Giovanni, il libro che ne accompagnerà il percorso pastorale.

La dimensione liturgica, con i riti simbolici ed i brani di meditazione scelti con accuratezza, ben si accompagnano agli aspetti architettonici del nuovo tempio che va prendendo forma e rievoca la “Tenda del Convegno” di Israele, piantata in mezzo all’accampamento ad ogni sosta del cammino verso la terra promessa. Una tenda che a don Fernando ricorda l’indimenticabile “chiesa-tenda” dei suoi esordi come parroco di San Massimiliano Kolbe. La “tenda” della nuova chiesa, arricchita da simboliche, splendide vetrate, si innalzerà verso l’infinito con alla sommità centrale una cupola di vetro spalancata sul cielo e che si aprirà per far passare l’incenso, quasi simbolo visibile del percorso delle preghiere.

Una chiesa che è al centro di un progetto più vasto che comprende un villaggio parrocchiale con un’area attrezzata a verde: Il giardino delle creature; strutture sportive, iniziative per un dialogo interreligioso, partecipazione a progetti che rappresentano il respiro missionario della parrocchia, come la costruzione della “Maison de Marie” a Nosy Be in Madagascar, che fa capo al gruppo missionario parrocchiale “Ravinala Rouge”, dal nome dell’albero simbolo del Madagascar.

Non solo una chiesa, dunque, ma un progetto di comunità in cui la casa di Dio tra le case degli uomini è un ponte tra cielo e terra, accoglie le gioiose liturgie domestiche che parlano di una “Chiesa di pietre vive”. Realizzazioni artigianali create nelle famiglie, il dono del profumo più bello che si usa in casa ed altre essenze verranno offerte perché nella contemplazione dell’amore e della bellezza, si manifesti la carezza di Dio. “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20).

 

 

 

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