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Nel dopo Angelus di domenica 6 dicembre, Papa Francesco ci regala un breve pensiero sul senso dei simboli natalizi. E aggiunge: “Non c’è pandemia, non c'è crisi che possa spegnere questa luce.”“In questi giorni, in tante case vengono preparati due segni natalizi, per la gioia dei bambini. E anche dei grandi. Sono segni di speranza, specialmente in questo tempo difficile. Facciamo in modo di non fermarci al segno, ma di andare al significato, cioè a Gesù: all’amore di Dio che Lui ci ha rivelato, andare alla bontà infinita che ha fatto risplendere sul mondo”.

 

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Nella chiesa parrocchiale di Santa Maria dell’Idria in Lecce, domenica scorsa, attorno all’altare è cresciuto, ed è stato inaugurato nella santa messa delle 10, il presepe. Al centro c’è la natività, mentre ai lati si sviluppano degli scenari: una cornice suggestiva di architettura.  Con il termine presepe oggi si intende la descrizione scenografica dell’evento di Betlemme, specchio della società che l’ha prodotto: la rappresentazione visiva del mistero natalizio risale alle origini stesse del cristianesimo ed ebbe inizio in Oriente, al massimo nel III secolo, quando già i fedeli si recavano a pregare presso la grotta della natività.  

Il frutto di questa realizzazione è merito di un gruppo di volontari che si è dato da fare con un impegno costante e una buona dose di estro e creatività. Un presepe costruito attorno all’altare, una collocazione che è piaciuta, proprio per l’idea di fondo. 

“Speriamo che la gente si senta un personaggio vivente della Natività. Penso sia bello celebrare all’interno del presepe e far capire che il Signore non solo viene in mezzo a noi, ma sta con noi e vuole essere uno di noi” - aggiunge il parroco Padre Carmine Madalese

Il presepe è quasi interamente realizzato in polistirolo. Attraverso un lavoro attento e certosino sono stati ricavati muri diroccati, pietre, porte e finestre. Ma ad avvolgere il presepe è la natura: il marrone dei tronchi, il giallo pallido della paglia, il verde brillante del muschio, col suo intenso profumo, ma anche le mille sfumature delle tante piante che vogliono simbolicamente alludere al Giardino da cui ai primordi l’uomo fu scacciato con la caduta, e che Cristo, nuovo Adamo, nato dalla vergine Maria, nuova Eva, con la sua morte e resurrezione è tornato per noi uomini, sconfiggendo per sempre il peccato e la morte. Inoltre, come ci ricorda Benedetto XVI «il Presepe ci aiuta a contemplare il mistero dell’amore di Dio che si è rivelato nella povertà e nella semplicità della grotta di Betlemme. San Francesco d’Assisi fu così preso dal mistero dell’Incarnazione che volle riproporlo a Greccio nel Presepe vivente, divenendo il tal modo iniziatore di una lunga tradizione popolare che ancor oggi conserva il suo valore per l’evangelizzazione”. 

 

 

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