La comunità parrocchiale di Santa Maria dell’Idria in Lecce, con animo lieto e riconoscente a Dio dei numerosi doni che il Signore ha fatto, si unisce a una sola voce all’autore del salmo 117, Lodate il Signore, popoli tutti, perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura in eterno.
Questo salmo è un invito a gioire nel Signore, perché ogni giorno manifesta la sua misericordia ed amore per noi.
Domani, 31 gennaio, la messa delle 10 sarà presieduta dal novello sacerdote dell’arcidiocesi di Lecce, don Alessio Seconi e ci fa riflettere sul dono del sacerdozio ministeriale come dono e segno della presenza di Cristo.
Ogni sacerdote si inserisce pienamente al sacerdozio di Cristo, in modo da poter agire in “persona” di Cristo capo; e per questo motivo diventa strumento di salvezza per il popolo di Dio.
La lettera agli Ebrei al cap. 5 dice: «Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati… Nessuno attribuisce a sé stesso questo onore, se non è chiamato da Dio».
Come ogni cristiano, la vita di un sacerdote è intimamente unita a Cristo nel battesimo e nell’ordine sacro. Insieme al suo essere uomo vive un intimo rapporto con Dio. Come dice ancora Papa Benedetto XVI, «Un sacerdote deve essere realmente un uomo di Dio, deve conoscere Dio da vicino, e lo conosce in comunione con Cristo. Dobbiamo allora vivere questa comunione e la celebrazione della Santa Messa, la preghiera del Breviario, tutta la preghiera personale, sono elementi dell’essere con Dio, dell’essere uomini di Dio».