A metà del secolo XIII, nel 1233, sorse a Firenze l’Ordine dei frati “Servi di Maria”, fondato dai Santi Sette Fondatori e ispirato dalla Vergine Addolorata.
I fondatori erano sette mercanti fiorentini “innamorati della Madonna”, ai quali apparve in abito nero presentandosi come Mater Dolorosa sul monte Senario. Decisero di lasciare le proprie case, di distribuire i propri beni ai poveri e di indossare una veste “di panno bigio”, abito consueto dei penitenti.
L’Ordine che già nel nome si qualificava per la devozione alla Madre di Dio, si distinse nei secoli per l’intensa venerazione e la diffusione del culto dell’Addolorata; il 9 giugno del 1668, la Congregazione dei riti permetteva all’Ordine di celebrare la messa votiva dei sette Dolori della Beata Vergine, facendo menzione nel decreto che i Frati dei Servi di Maria, portavano l’abito nero in memoria della vedovanza di Maria e dei dolori che essa sostenne nella passione del Figlio.
A Lecce, già a partire dal XVI secolo, era presente una colonia fiorentina abbastanza florida, che certamente volle diffondere la devozione e il culto all'Addolorata. I Servi di Maria erano presenti nel Salento e avevano diffuso la pratica della costituzione di confraternite intitolate all'Addolorata.
Una di queste confraternite è ancora attiva a Galatina, dove fu aggregata ai Servi di Maria nel 1711.
I Servi di Maria erano presenti anche a Manduria, dove si installarono nel 1638, mentre edificarono il loro grande convento nel 1650.
A Lecce, la confraternita laicale dell'Addolorata prese in mano la chiesa di Sant’Angelo, dopo che, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, il convento degli Agostiniani, fondato in città nel 1061, fu abbandonato dai medesimi padri. La chiesa, a partire dal 1809 fu adibita a calzoleria e magazzino delle truppe francesi, e solo nel 1828 potette essere assegnata alla confraternita dell'Addolorata che si occupò di restaurarla e a garantirne le celebrazioni religiose.
La confraternita, che fu civilmente riconosciuta nel 1831, riuscì a salvare anche il convento annesso, grazie al suo primo rettore, l'avv. Antonio Macchia, il quale fu anche sindaco di Lecce dal 1850 al 1853.
A partire dunque dal XIX secolo, si diffuse in città la devozione ai Santi Sette Fondatori che ancora oggi si celebra nella nostra città, unitamente alla festa dell'Addolorata, alla processione con la sua splendida statua, realizzata dal Maccagnani, e le quarantore.
Il settenario predicato avrà inizio domenica 7 febbraio alle 11 a Lecce nel Santuario dell’Addolorata (chiesa di Sant’Angelo) con la messa presieduta da don Damiano Madaro e proseguirà ogni sera alle 17, come da programma (VEDI SOTTO) predisposta dalla confraternita guidata dal priore Claudio Selleri, fino a domenica 14 febbraio, festa dei Santi Sette Fondatori, alle 11 dall’arcivescovo Michele Seccia che presiederà la solenne eucarestia.