Si chiama “Numero centocinquantatrè” la dispensa solidale, in fase di avvio nella parrocchia di Sant’Antonio da Padova a Fulgenzio, a Lecce, che sarà inaugurata e benedetta il 21 febbraio, dall’arcivescovo Michele Seccia. In occasione della festa della Lingua del Sant’Antonio di Padova, che ricorre proprio domenica prossima.
Ma che cosa si ricorda celebrando la memoria del miracolo reliquia della Lingua di Sant’Antonio? Ecco il racconto. “L’8 aprile 1263, domenica in albis, in occasione della esumazione del corpo di sant’Antonio, per deporlo in una nuova cassa entro un sepolcro piú dignitoso, nella parte ormai terminata della basilica in costruzione, presente il settimo generale dell’Ordine francescano, San Bonaventura da Bagnoregio, mentre il resto del corpo era ridotto in polvere, «la lingua, benché fosse stata sotto terra per trentadue anni, era cosí fresca, rossa e bella, come se il padre santissimo fosse appena morto»”. A essere ricordato, dunque, anche a Lecce, è il ritrovamento della lingua incorrotta di Antonio oltre 750 anni fa, dopo più di trent’anni dalla morte del francescano, strumento ed emblema della sua predicazione.
La preparazione alla festa, come da programma (VEDI SOTTO), sarà aperta dalla celebrazione eucaristica di domani 14 febbraio alle 11,30 nella chiesa parrocchiale presieduta dal Ministro provinciale dei Frati minori del Salento, Fra Paolo Quaranta.
In concomitanza, al termine delle celebrazioni la benedizione da parte di mons. Seccia della dispensa “Numero centocinquantatre”. La scelta del nome della dispensa è isprita al vangelo secondo Giovanni, al passo in cui si narra di un gruppo di discepoli che dopo una pesca fallimentare accettano la proposta di Gesù di ributtare le reti in mare, ma dall’altro lato della barca. E subito la rete si riempie di centocinquantatré grossi pesci.
La dispensa offrirà gratuitamente generi alimentari, forniti dal Banco delle opere di carità e da benefattori che non disdegnano di aiutare i bisognosi. Necessità, l’aiuto ai poveri, resa ancora più stringente dalle difficoltà causate dall’emergenza sanitaria in corso. A cui la Caritas di Lecce prova già a rispondere fornendo 350 pasti al giorno ai bisognosi. Dunque, alla consolidata azione delle mense diocesane, si aggiungerà nelle prossime settimane anche quella sperimentale del servizio dei pacchi di alimenti. A disposizione delle famiglie bisognose ci saranno i volontari della Caritas parrocchiale e quelli del Centro di ascolto di Fulgenzio.
«Non sarà un emporio vero e proprio - spiega Fra Sebastiano Sabato, parroco di Sant’Antonio a Fulgenzio - ma la famiglia che si affaccia da noi avrà la possibilità di attingere dallo scaffale della dispensa, di servirsi secondo preferenze e necessità, e poi passeranno dall’operatore per il conteggio dei punti di una carta fedeltà. Il servizio comincerà a marzo: a febbraio provvediamo col solito pacco, poi sperimenteremo questa nuova modalità». Attenzione però a chi fa il furbo. «Si affacciano qui a Fulgenzio tante persone - chiarisce il francescano - che chiedono, però con gli operatori del Centro ascolto stiamo cercando di filtrare le richieste. Ovviamente teniamo conto delle pratiche del Banco alimentare, oltre alle quali abbiamo messo su qualche altra scheda, quella del Centro ascolto, per capire meglio le situazioni. Le famiglie noi le conosciamo, perché da anni vengono aiutate, con loro c’è anche un rapporto, perché periodicamente le ascoltiamo, forniamo loro un sostegno spirituale, facciamo sentire una vicinanza».
Quante persone saranno sostenute? «Attualmente aiutiamo una sessantina di famiglie, anche se poi a causa del Covid sono arrivati altri bisognosi, anche da altre parrocchie. Non ci limitiamo al territorio di Fulgenzio» spiega frate Sebastiano. Il motto della dispensa che il sacerdote sta avviando sono le parole di San Giuseppe Moscati: «Chi ha metta, chi non ha prenda».