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La devozione salentina alla Madonna del Buon Consiglio si ricollega ai miracolosi eventi avvenuti a Genazzano, dove il 25 aprile 1467, festa di San Marco, su una parete della chiesa fu scoperto un dipinto, raffigurante la Vergine con il bambino Gesù.

 

 

 

Esso, probabilmente, era stato ricoperto in calce: l'immagine divenne presto oggetto di grande devozione popolare e si diffuse la notizia secondo cui il dipinto sarebbe stato trasportato dagli angeli da Scutari (in Albania) per sottrarlo ai turchi che stavano invadendo l'Albania, e che si mantenesse straordinariamente sospeso su un sottilissimo strato di intonaco.

A opera dei frati agostiniani, soprattutto a partire dal XVIII secolo, l'immagine e il culto della Madre del Buon Consiglio si diffusero in tutta Europa: per esempio, fu davanti a un'immagine della Madre del Buon Consiglio conservata nella chiesa del Collegio Imperiale dei Gesuiti di Madrid che, il 15 agosto 1583, Luigi Gonzaga maturò la decisione di entrare nella Compagnia di Gesù.

A Lecce la devozione alla Madonna del Buon Consiglio dovette arrivare nel XVIII secolo e imporsi agli inizi del XIX.

La confraternita della Madonna del Buon Consiglio era presente nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Luce almeno dalla seconda metà del XVIII secolo, quando fu civilmente riconosciuta da Ferdinando IV. Essendo la Chiesa in stato di abbandono, la confraternita si trasferì nella chiesa dei Teatini e poi a San Francesco della Scarpa. Nel 1817, la medesima confraternita ricevette l'assegnazione della chiesa del Gesù, dove, dopo l'espulsione dei Gesuiti da tutto il regno di Napoli, erano andati per breve tempo a officiare i monaci cassinesi.

In quel medesimo periodo fu realizzata nella chiesa del Gesù, nell'altare dedicato precedentemente a Santa Irene, il dipinto della Madonna del Buon Consiglio, opera di Giuseppe Grassi del 1811.

Nello stesso periodo la devozione alla Madonna del Buon Consiglio si diffondeva in tutto il Salento. A Ugento (nel palazzo episcopale), a Noha, a Presicce, a Squinzano (nella chiesa Mater Domini) venivano raffigurati i dipinti della medesima Madonna e la devozione aumentava esponenzialmente.

Nel 1947, quasi al termine della seconda guerra mondiale, la confraternita decise di cedere il possesso della chiesa ai Gesuiti per favorirne il ritorno a pieno titolo in città.

La devozione a questo titolo mariano richiama la necessità per ogni cristiano di porsi nel cuore e tra le braccia della Madre spirituale dell’umanità per chiederle la grazia del “buon consiglio”: un raggio dell’Eterno Consiglio divino, che Ella, come mediatrice, con Cristo, di ogni grazia, fa scendere fino all’intimo della nostra coscienza per sorreggerla e guidarla dall’interno nella ricerca, nella scoperta, nella scelta del bene.

Nasce così questa bella litania che invoca la Madonna come “Madre del Bon Consiglio”. Potrebbe anche essere parafrasata in termini analoghi: Madonna delle Buone Scelte, Madonna della Buona Strada, Madonna della Prudenza e del Discernimento, Madonna e Signora del Bene.

Com’è noto (LEGGI), il prossimo 26 aprile a Lecce ne sarà celebrata la festa. Il programma dei festeggiamenti in onore della Vergine del Buon Consiglio approntato dal rettore della chiesa, l’ultimo gesuita rimasto a Lecce, Padre Mario Marafioti e dal priore della confraternita Claudio Selleri: nei giorni 23, 24 e 25 aprile alla celebrazione mattutina delle 8 presieduta dallo stesso rettore farà seguito la recita del rosario alle 18.15, la preghiera mariana e l’Eucaristia.

Tre sacerdoti della diocesi prepareranno i fedeli partecipanti alla festa di lunedì 26 aprile quando sarà l’arcivescovo Michele Seccia, alle 18,30, a celebrare i divini misteri e ad affidare la città e la Chiesa locale alla intercessione della Vergine Maria.

 

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