Don Elio Quarta è il nuovo parroco della Comunità “Sacro Cuore di Gesù” di Monteroni di Lecce; l’insediamento è avvenuto domenica 2 settembre alla presenza di S. E. Mons. Michele Seccia, Arcivescovo Metropolita di Lecce.
Don Elio Quarta (Monteroni, 1970), battezzato da don Carmelo Martino nella Parrocchia “Maria SS. Ausiliatrice” e cresciuto nella Parrocchia “S. Cuore” accanto alla figura di don Edmondo Adamantino, è stato ordinato presbitero dal 1996 e successivamente ha ricoperto il ruolo di vice – parroco a Cavallino.
Dal 1997 al 2000 ha svolto attività di assistente diocesano nell’Azione Cattolica Ragazzi; dal 2001 al 2006 è stato vice – parroco a Dragoni e a Lequile, dove ha potuto vivere intensamente esperienze con ACR e AGESCI. Nel 2006 fu immesso a Vernole come parroco della Comunità “Maria SS. Assunta” e nel 2015 a Borgagne nella Parrocchia “Presentazione di Gesù”. Attualmente svolge attività didattica come insegnante di religione presso l’Istituto Tecnico – Industriale “E. Fermi” e il Liceo Artistico “Ciardo – Pellegrino” di Lecce. Mons. Seccia, durante l’omelia, ha sottolineato fortemente l’importanza della famiglia, luogo privilegiato di preghiera e di vocazione, in cui la quotidianità diventa un’opportunità per promuovere il modello evangelico “affinché la fede ritorni ad essere una risposta personale”.
Don Elio, al termine della celebrazione ha indicato tra i suoi modelli ispiratori personaggi quali Don Tonino Bello e don Lorenzo Milani; ha desiderato ringraziare diverse persone che hanno contribuito a valorizzare al meglio le scelte della sua vita; fra esse don Edmondo Adamantino, don Adolfo Putignano oltre ai suoi predecessori, alcuni presenti come don Luigi Lezzi e don Giuseppe Spedicato; ha ringraziato l’Arcivescovo per la rinnovata fiducia accordatagli e il sindaco della Città di Monteroni Angelina Storino per la partecipazione al suo insediamento. Ha voluto evidenziare un pensiero a lui molto caro: “È bello tornare nel luogo dove sono cresciuto affinché possa donare qualcosa che a mia volta ho ricevuto […] non per tornare a casa ma per camminare accanto alle persone”.