Certamente stride la credenza popolare - esposta nella mostra tenuta a Novoli in occasione della recente festa patronale di Sant’Antonio Abate (17-20 gennaio 2023) - di fronte alla medicina ufficiale contemporanea ed ai suoi continui progressi che, meglio di ogni altro, si sono manifestati e apprezzati in modo dirompente in occasione della recente pandemia da Coronavirus.
Per molti è sembrata una devastazione “caduta dal cielo”! Quasi certamente una fascia di popolazione, ormai sia pure ristretta, ha collegato alla soluzione del problema un’intima invocazione al santo/a deputati.
Ma quale delle migliaia di santi hanno poi favorito la guarigione? Il ventaglio di proposte non rende facile l’identificazione per cui diventa una gratitudine veramente intima, individuale.
Per chi segue la ricorrenza festosa del santo che, nei comuni del Salento, è particolarmente sentita con l’accensione di fòcare e focareddhre, oltre il territorio di Novoli, l’occasione di una riflessione sull’intervento sacro nei confronti di un malessere più o meno grave, su di uno stato di necessità di salute che poteva essere precaria o illusoria, è stata offerta dalla mostra di immaginette sacre esposte nel citato paese di Novoli, riproducenti molti santi col loro patrocinio su di una malattia. Non è stata soltanto un’esposizione divulgativa di immagini di santi, didascalizzate, ma un’occasione per ricordare l’artefice di chi l’aveva programmata credendo di superare una malattia per la quale non vi è stato alcun santo a debellarla o a mitigare le sofferenze conseguenziali. Parliamo di Mario Rossi, cultore ad ampio raggio dell’antica Terra d’Otranto, fine conoscitore dei suoi risvolti meno conosciuti e collezionista appassionato come pochi di immagini sacre. Moltissime confluivano su Sant’Antonio abate di cui era fan inimmaginabile.
Le moltissime immagini presentate nella mostra sono racchiuse in un prestigioso catalogo arricchito dai contributi dei più prestigiosi storici locali come Gino Peccarisi, Stefano Spedicato, Mario Cazzato, Alessandro Laporta, Piergiuseppe De Matteis i quali hanno anche espresso così il sentimento di gratitudine e di riconoscenza che hanno rivolto a Mario Rossi, a nome personale e di tutti coloro che si sono avvalsi della sua vasta conoscenza. Ecco allora che l’anzidetta mostra è stata come un saluto caloroso verso un uomo che non c’è più, ma che rimane nei cuori di molti di noi.